L'idea comune che i nevi plantari siano più pericolosi rispetto ai nevi localizzati altrove spesso porta i pazienti a ritenere che essi debbano essere preventivamente asportati, a volte anche se un dermatologo consiglia il contrario.
Questa preoccupazione che ancora oggi alcuni pazienti nutrono per i nevi plantari deriva dal passato: fino a pochi decenni fa era opinione comune, innanzitutto, che i melanomi insorgessero a partire da nevi preesistenti e, conseguentemente, che il trauma persistente indotto dalla deambulazione sui nevi plantari potesse stimolare l’attività dei melanociti e, quindi, la loro potenziale “trasformazione” in melanoma.
Pertanto, il falso mito che i nevi plantari siano pericolosi sembra essere indissolubilmente connesso ad un altro mito da sfatare riguardante la pericolosità degli eventi traumatici in quanto fattori di rischio per lo sviluppo del melanoma. Conseguenza di queste false credenze era che, fino a pochi decenni fa, si consigliava molto spesso un’escissione preventiva dei nevi plantari, anche in assenza di particolari atipie.
Oggi sappiamo non solo che il melanoma acrale ha un tasso di associazione minore con una precedente lesione nevica rispetto al melanoma di altre sedi corporee, ma anche che non ci sono prove che suggeriscano che i nevi acrali siano a rischio più elevato. Pertanto, non c’è motivo che giustifichi un diverso approccio di gestione rispetto ai nevi situati altrove.
Dott. Stefano Caccavale