- L’inquinamento atmosferico è definito come la contaminazione da qualsiasi agente chimico, fisico o biologico di origine biogenica, antropogenica o mista che modifica le caratteristiche naturali dell'atmosfera.
- Circa il 90% degli abitanti delle città in Europa è esposto a inquinanti con concentrazioni superiori ai livelli di qualità dell'aria considerati dannosi per la salute.
- Gli inquinanti atmosferici includono particolato (PM), idrocarburi policiclici aromatici (IPA), ozono a livello del suolo (O3) e altri inquinanti gassosi come monossido di carbonio (CO), biossido di azoto (NO2), biossido di zolfo (SO2) e composti organici volatili (VOC)
- Il particolato è a sua volta classificato in grossolano (PM10), fine (PM2.5) e ultrafine (UFPM) o nanoparticelle. La penetrazione transdermica delle PM dipende dalla loro dimensione, forma e dallo stato della barriera cutanea. PM2.5 e PM0.1 sono respirabili e possono potenzialmente attraversare la barriera alveolo-capillare, raggiungendo la pelle in modo indiretto.
- Gli IPA sono altamente lipofili e penetrano facilmente la barriera cutanea epidermica. Molti IPA possono esercitare effetti mutageni e citotossici, e alcuni di essi potrebbero diventare fototossici dopo l'esposizione alla luce UVA.
- Durante la fagocitosi delle particelle di PM sono generati radicali liberi dell’ossigeno e dell’azoto. Creando uno squilibrio nella produzione di ROS/RNS, gli inquinanti atmosferici possono infine attivare l'inflammasoma e avviare la produzione di citochine pro-infiammatorie. Questi meccanismi prendono il nome di “ox-inflammation”.
- L'inquinamento atmosferico può indurre o aggravare varie condizioni patologiche della pelle, come: Invecchiamento cutaneo precoce, dermatite atopica, psoriasi, acne.
- Per quanto riguarda la dermatite atopica, la maggior parte degli studi ha valutato l'associazione tra l'inquinamento atmosferico e il numero di visite dermatologiche dovute a sintomi di dermatite atopica, come il prurito.
- Ad esempio, Wang HL et al. ha dimostrato che l'esposizione a breve termine all'inquinamento atmosferico (inclusi PM 2.5, PM 10, SO2, NO2 e O3) era associata a un rischio maggiore di visite ospedaliere giornaliere per DA, con i bambini che risultavano più sensibili a questo effetto.
- Fadadu RP et al., in uno studio trasversale su oltre 4000 pazienti con DA, ha dimostrato che l'esposizione a breve termine all'inquinamento atmosferico dovuto a incendi boschivi era associata a un aumento degli accessi per visita dermatologica nei pazienti con DA.
- Uno studio coreano su bambini in età prescolare che vivevano in un'area urbana industriale ha suggerito che l'esposizione a breve termine ai PM può esacerbare i sintomi della DA, e il PM 2.5 aveva un effetto più forte rispetto al PM 10.
- Un recente studio italiano case-crossover ha dimostrato che anche nei pazienti trattati con dupilumab, l'esposizione acuta all'inquinamento atmosferico è associata a un rischio aumentato di riacutizzazione della dermatite atopica, con una relazione dose-risposta.
- Inoltre, recenti evidenze suggeriscono che gli inquinanti atmosferici non sono solo associati a un rischio maggiore di riacutizzazioni della DA, ma anche all'insorgenza della malattia. Infatti, la prevalenza della DA è in aumento parallelamente all'urbanizzazione e allo sviluppo industriale, in particolare nei paesi emergenti del Sud-est asiatico, Africa e America Latina.
- I dati sulla psoriasi ad oggi sono più scarsi. Il fumo intenso può ridurre l'efficacia del trattamento con inibitori del TNF-α e indurre esacerbazioni della psoriasi. È importante notare che il fumo di sigaretta è una miscela complessa di ROS, CO, specie reattive dell'azoto e aldeidi, che somiglia molto all'inquinamento atmosferico derivato dal traffico e dall'industria.