Il 25 giugno si celebra in Italia e nel mondo la giornata mondiale dedicata alla vitiligine (World Vitiligo Day), disordine autoimmune acquisito della pigmentazione, ad andamento cronico, con una prevalenza nella popolazione mondiale compresa tra lo 0.5% e il 2%. Per la vitiligine, da sempre considerata una malattia dal forte impatto sociale e psicologico, senza strategie terapeutiche specifiche, anche in Italia si è da poco aperta una nuova prospettiva di cura, grazie alla recente approvazione della rimborsabilità da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) di Ruxolitinib, il primo e attualmente unico trattamento che agisce sul meccanismo alla base della patologia, favorendo il ripristino della pigmentazione cutanea.
Informazioni sul nuovo farmaco e indicazioni
Ruxolitinib appartiene alla famiglia degli inibitori delle Janus chinasi (JAK inibitori), già impiegati per trattare diverse patologie infiammatorie e oncologiche. Le Janus chinasi sono una famiglia di tirosin chinasi (nei mammiferi JAK1, JAK2, JAK3 e Tyk2) non recettoriali, intracellulari, che attivano i segnali mediati dalle citochine attraverso la via di trasduzione del segnale JAK-STAT, che svolge un ruolo centrale nella patogenesi e nella progressione della vitiligine. Il ruxolitinib, nello specifico, è un inibitore selettivo delle isoforme JAK1 e JAK2, che trova indicazione nel trattamento topico della vitiligine non segmentale (la forma di vitiligine più diffusa), con coinvolgimento facciale, in pazienti con almeno 12 anni di età, non immunocompromessi. Negli Stati Uniti ha ottenuto anche l’autorizzazione come terapia topica a breve termine e non continuativa della dermatite atopica da lieve a moderata in pazienti non immunocompromessi di età superiore ai 12 anni, in cui sia stata dimostrata una scarsa efficacia delle altre terapie topiche convenzionali o in cui queste ultime siano sconsigliate. Recenti studi, inoltre, suggeriscono un suo possibile utilizzo nel trattamento del lichen planus e della psoriasi.
Una terapia efficace e sicura per i pazienti con vitiligine
L’efficacia e la sicurezza del ruxolitinib topico sono state valutate in pazienti di età superiore o uguale ai 12 anni, affetti da vitiligine non segmentale con un coinvolgimento massimo della superficie corporea (Body Surface Area, BSA) inferiore al 10%, in due trial clinici internazionali di fase III, randomizzati, in doppio cieco, di confronto fra ruxolitinib crema 1,5% e il suo veicolo (crema priva di principio attivo farmacologico). Tali studi, denominati TRuE-V1 e TRuE-V2(Topical Ruxolitinib Evaluation in Vitiligo Study 1 e 2), hanno coinvolto un totale di 674 pazienti (330 in TruE-V1 e 344 in TRuE-V2), con applicazione di ruxolitinib crema due volte al giorno sullelesioni di vitiligine. La terapia con ruxolitinib crema ha migliorato in modo significativo la pigmentazione del viso e del corpo totale (valutati tramite l’impiego del conteggio di Facial Vitiligo Area Scoring Index, F-VASI, e Total body Vitiligo Area Scoring Index, T-VASI) rispetto alla crema non medicata dopo 24 settimane, con percentuali di risposte più alte alla fine del periodo di trattamento di 52 settimane. Nello specifico, un miglioramento di almeno il 75% rispetto al basale del punteggio F-VASI (F-VASI 75) alla settimana 24 (endpoint primario degli studi) è stato raggiunto dal 30% dei pazienti trattati con ruxolitinib crema. Dopo 52 settimane di trattamento, invece, una risposta F-VASI 75 è stata ottenuta nel 50% dei pazienti. Come endpoint secondari alla settimana 24, sono state considerate le percentuali di pazienti che hanno raggiunto un miglioramento rispetto al basale del 50% all’F-VASI (F-VASI 50), del 90% all’F-VASI (F-VASI90) e del 50% al T-VASI (T-VASI 50) e un punteggio alla scala di visibilità della vitiligine (Vitiligo Noticeability Scale, VNS) di 4 (vitiligine “molto meno evidente”) o 5 (vitiligine “non più evidente”), rispettivamente raggiunti dal 51%, 16%, 22% e 23% dei pazienti trattati con ruxolitinib crema. Altri endpoint secondari riguardavano la percentuale di pazienti che hanno raggiunto F-VASI 75, F-VASI 90, T-VASI 50 e T-VASI 75 dopo 52 settimane di terapia, rispettivamenteriscontrati nel 50%, 30%, 51% e 21% dei pazienti in terapia con ruxolitinib.
Quali sono gli effetti collaterali del ruxolitinib crema?
L’impiego topico del farmaco determina minimo assorbimento e conseguente buona tollerabilità da parte dei pazienti. L’effetto indesiderato più comune è una manifestazione acneiforme in corrispondenza delle sedi trattate. Altre manifestazioni riportate in letteratura sono prurito, eritema ed esfoliazione nel sito di applicazione e rinofaringite.
Il trattamento con ruxolitinib crema è risolutivo?
In atto, questa innovativa terapia non può essere considerata risolutiva. Nei trials clinici TRuE-V1 e TRuE-V2 molti dei pazienti che hanno raggiunto F-VASI 90 hanno mantenuto il risultato un anno dopo la sospensione del farmaco. Tuttavia, l’interruzione del trattamento a lungo termine sembrerebbe essere seguita da recidiva di malattia. La ripresa della terapia ha permesso un recupero del F-VASI 75 nel 75% dei pazienti in un tempo mediano di 12 settimane e del F-VASI 90 nel 69% dei pazienti in un periodo mediano di 15 settimane. Ulteriori studi sono necessari per valutare la risposta a lungo termine del ritrattamento con ruxolitinib crema dopo sospensione.
Quale impatto avrà questo nuovo farmaco sui pazienti e sui dermatologi?
La notizia della rimborsabilità da parte di AIFA riaccende una speranza di cura nei pazienti affetti da vitiligine. Per i dermatologi potrà rappresentare una nuova e promettente possibilità di cura, se i risultati finora ottenuti verranno confermati in real life, che avrà un alto impatto sul percorso terapeutico di questi pazienti e sulla loro qualità di vita, fino ad oggi segnata dalla mancanza di trattamenti mirati e, conseguentemente, dall’uso di trattamenti con risultati limitati e non sempre soddisfacenti, nonchè con frequenti eventi avversi se usati a lungo termine. Il farmaco è soggetto a prescrizione medica limitativa e sarà disponibile solo attraverso prescrizioni emesse da centri ospedalieri o specialisti dermatologi. L’efficacia dimostrata da ruxolitinib nei pazienti affetti da vitiligine ha aperto nuove prospettive alla ricerca. Sono, infatti, in corso studi sull’impiego di altri JAK inibitori topici e sistemici in diverse categorie di pazienti con vitiligine, inclusa la popolazione pediatrica.
In concomitanza con la Giornata Mondiale della vitiligine 2024 SIDeMaST patrocina la campagna
Bibliografia
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