Psoriasi: farmaci biologici sempre più efficaci e sicuri
Gli anticorpi migliorano significativamente i sintomi della malattia. No al “fai da te”. Sul web troppi video privi di contenuto scientifico
Segreteria SIDeMaST, 15 Oct 2019 03:32
Gli anticorpi migliorano significativamente i sintomi della malattia. No al “fai da te”. Sul web troppi video privi di contenuto scientifico
Segreteria SIDeMaST, 15 Oct 2019 03:32
Oggi “cancellare” i segni della psoriasi non è più una missione impossibile.
Complice lo sviluppo dei farmaci biologici, capaci di agire sul meccanismo alla base della malattia, anche le persone colpite da una forma moderata-grave di psoriasi possono essere trattate con successo.
Tante negli ultimi anni le molecole “sbarcate” sul mercato: farmaci sempre più sicuri e con meno effetti collaterali come dimostrato in uno studio presentato alla Society for Investigative Dermatology e contemporaneamente pubblicato su Jama Dermatology.
La psoriasi è una malattia autoimmune, infiammatoria e cronica della pelle che nel mondo colpisce circa 125 milioni di individui.
La gran parte dei pazienti soffre di psoriasi a placche, la forma più comune che si manifesta con chiazze arrossate, ispessimento e desquamazione delle zone colpite con prurito a volte molto intenso.
In Italia sono circa 2 milioni le persone che vivono con la malattia, di queste più del 10% ha una psoriasi moderata-grave.
Mentre nei casi lievi è possibile intervenire in maniera relativamente semplice, quella moderata-grave non è possibile sempre intervenire utilizzando creme o terapie sistemiche classiche.
Obiettivo principale delle cure è lo “spegnimento” dell’eccessiva infiammazione. L’ultimo trattamento ad arrivare in Italia, approvato nelle scorse settimane da AIFA, è brodalumab.
I risultati emersi dall’analisi dei dati degli studi AMAGINE-2 e AMAGINE-3 -che hanno portato all’approvazione del trattamento- mostrano che dopo 52 settimane di trattamento il 51% dei pazienti riesce ad ottenere una pelle libera da lesioni; efficacia che si mantiene fino a 120 settimane, quando più della metà dei pazienti mantiene una cute completamente pulita e più di tre quarti una cute quasi completamente pulita. Un risultato dunque costante nel tempo, che contribuisce decisamente a migliorare la qualità di vita dei pazienti.