Sono i primi tre giorni quelli più critici e a rischio per la pelle: servono infatti almeno 72 ore di pazienza e di foto-protezione rigorosa, scelta in base al proprio fototipo, per consentire alla melanina sotto l'impulso dei raggi solari di svolgere il suo lavoro e di colorare naturalmente la pelle e prevenire così scottature, macchie cutanee, invecchiamento precoce della cute e inestetismi, e soprattutto evitare conseguenze più gravi.
A sostenerlo sono gli esperti dell'Istituto Dermatologico Europeo (IDE) nel corso della conferenza «Donne e salute della pelle» realizzata in collaborazione con l'Osservatorio Nazionale per la salute della Donna (ONDa): «La cute, organo 'a vista' e quindi facilmente ispezionabile, si presta a diagnosi cliniche precoci - spiega Tullio Cainelli, Ordinario di Dermatologia presso l'Università di Milano Bicocca e Direttore Scientifico dell'Istituto Dermatologico Europeo -. Una lesione cutanea anche molto piccola e apparentemente innocua può essere la chiave che segnala una patologia importante e facilmente gestibile».
Una cute sana - precisa Silvia Pinelli, specialista in Dermatologia e venerologia dell'IDE – «non è solo importante ed esteticamente piacevole, ma svolge a tutti gli effetti il proprio ruolo di 'barriera' contro gli attacchi degli agenti esterni, contrariamente a quanto accade con una pelle assottigliata, ricca di rughe o cicatriziale che, oltre a non essere bella da vedersi, in genere assolve anche meno bene ai suoi compiti».
Ecco allora le 4 regole definite dagli esperti dell'Istituto Dermatologico Europeo per un'abbronzatura uniforme e non pericolosa per la salute: 1) proteggersi con creme solari adeguate al proprio fototipo, da riapplicare ogni 2-3 ore nell'arco della giornata, in particolare dopo il bagno, per almeno tre giorni. 2) In caso di eritema solare, indipendentemente dal fototipo di pelle, utilizzare un fattore di protezione pari a 40, che stimola lo sviluppo lento e graduale della melanina anche nei giorni successivi alla prima esposizione. Quando possibile ridurre leggermente il fattore di protezione. 3) Mantenere la foto-protezione per tutta la vacanza. L'abbronzatura sarà più uniforme e duratura, senza problemi successivi di desquamazione: 4) In caso di particolari patologie della pelle o terapie per cui non è consigliabile l'esposizione al sole, scegliere schermi totali (in realtà non sono mai del tutto tali, e quindi un po' di sole lo si prende sempre) con fattore di protezione 50+ da riapplicare ogni 2-3 ore nell'arco della giornata.
Una persona attenta alla propria pelle «può vedere ridotta a zero la mortalità per il più aggressivo dei tumori cutanei: il melanoma - conclude lo Cainelli -. La cute inoltre può funzionare da 'organo spia' in grado di segnalare malattie sistemiche anche gravi, come malattie autoimmuni, renali, epatiche e sindromi paraneoplastiche. Il controllo dermatologico specialistico annuale, consigliato anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, è quindi uno strumento semplice e non invasivo in grado di diagnosticare precocemente malattie anche gravi».