Dermatologia / Rassegna stampa

Sole, nei e melanoma: relazioni pericolose

In occasione dell’Euromelanoma Day i dermatologi richiamo l’attenzione sulla genetica e su pregi e rischi dei raggi. Mentre un sondaggio evidenzia gli errori ricorrenti degli italiani

Segreteria SIDeMaST, 30 May 2013 12:58

Sole, nei e melanoma: relazioni pericolose

Urge fare chiarezza. Il melanoma è il più pericoloso tumore della pelle. Colpisce ogni anno quasi 200mila persone in tutto il mondo e più di 7mila italiani. I casi negli ultimi 30 anni sono aumentati del 30 per cento. Eppure ancora troppi connazionali fanno confusione sulle sue cause, sbagliano il comportamento da tenere sotto il sole e fanno poca attenzione ai nei, che (specie per chi ne ha molti) vanno tenuti sotto controllo. «La prevenzione e la diagnosi precoci sono fondamentali e i numeri lo dimostrano - sottolinea Ketty Peris, direttore della Clinica Dermatologica dell'Università de L'Aquila in occasione dell'Euromelanoma Day 2013, la campagna europea d'informazione sul melanoma e sui tumori della pelle (promossa nel nostro Paese dalla SIDeMaST, la Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse -. Infatti, se il melanoma viene diagnosticato in fase precoce, la guarigione è possibile in circa il 95 per cento dei casi e spesso basta la sola asportazione chirurgica della lesione. Al contrario, un ritardo nella diagnosi può permettere la disseminazione del tumore ad altri organi, rendendo la prognosi sfavorevole».

Una nuova cura per le forme più gravi

Secondo un'indagine realizzata da GfK Eurisko (promossa da Roche in occasione dell'arrivo in Italia di vemurafenib, la prima terapia personalizzata contro il melanoma metastatico) un connazionale su cinque non conosce il melanoma o lo confonde con altre malattie della pelle. Inoltre, il 44 per cento ignora come questo tumore possa sviluppare metastasi e diffondersi ad altri organi riducendo così drasticamente il tempo medio di sopravvivenza (inferiore a un anno). «Oggi sappiamo che un caso di melanoma metastatico su due è dovuto a una mutazione del gene BRAF, individuata per la prima volta nel 2002 - spiega Paolo Ascierto, direttore dell'Unità Melanoma, Immunoterapia Oncologica, Terapie Innovative Istituto Nazionale Tumori Pascale di Napoli -. Da allora, grazie alla comprensione dei meccanismi molecolari alla base della malattia, i ricercatori hanno lavorato fino ad arrivare a sviluppare il primo trattamento personalizzato contro questa grave forma di tumore della pelle in fase avanzata, che ha raddoppiato la sopravvivenza dei malati portandola da 6 a 13-16 mesi. Il farmaco è ora stato approvato anche nel nostro Paese ed è importante che sia da subito disponibile in tutte le regioni italiane».

Genetica, scottature e lettini abbronzanti: ecco chi è più a rischio

La genetica gioca un ruolo-chiave nel rischio di ammalarsi: esistono diversi tipi di melanoma, spiegano gli esperti, e dunque diversi sono le possibili cause della neoplasia. «Finora abbiamo individuato alcune alterazioni genetiche - spiega Peris - e poi sappiamo che le ustioni provocate dalla scorretta esposizione al sole possono danneggiare il nostro Dna e, sul lungo periodo, portare a modificazioni delle cellule che inducono lo sviluppo del tumore. Inoltre, indipendentemente dalle scottature, sappiamo che i lettini solari sono pericolosi, tanto da essere stati vietati a minorenni e donne incinte». Soprattutto chi ha una storia familiare di melanoma o ne ha già avuto uno dovrebbe effettuare una visita dal dermatologo una volta l'anno. E particolare attenzione dovrebbero avere anche le persone con tanti nei (oltre 100), con pelle e occhi chiari (celesti o verdi) e chi è stato esposto a frequenti bruciature solari nell'infanzia e nell'adolescenza (le ustioni da bambini aumentano il pericolo di melanoma da adulti).

Come salvarsi la pelle

Stando al sondaggio Eurisko gli italiani riconoscono l'esposizione prolungata al sole (47 per cento) e le scottature (30) come le principali cause del tumore della pelle, ma solo uno su quattro sottolinea la pericolosità delle lampade abbronzanti (25 per cento) e il fattore ereditario (23) e appena il 13 per cento prende in considerazione la tipologia della pelle. «Invece -- conclude Peris -- è decisivo conoscere il proprio fototipo per imparare a esporsi al sole in modo corretto, scegliendo la crema protettiva più adeguata in base alla propria pelle. E poi, può sembrare banale, ma ancora molti sbagliano: la protezione va messa più volte durante il giorno, specie dopo bagni o sudorazioni. Al mare o in montagna, poco cambia. Con un'ulteriore attenzione all'esposizione intermittente: oggi spesso si prende il sole non in modo graduale ma "concentrato", lunghe ore nei week end o nelle vacanze in Paesi caldi fuori stagione rendono più facile scottarsi».

Sole amico, non selvaggio

La riprova dei tanti errori che ancora si commettono arriva dal sondaggio: gli italiani si spaventano quando compare un nuovo neo (il 43 per cento), ma non sono disposti a rinunciare all'abbronzatura: la maggioranza (più del 40 per cento) dichiara infatti che quest'estate si esporrà al sole in maniera intermittente e intensiva. Evitando i comportamenti scorretti (che favoriscono invecchiamento precoce della pelle e tumori), i raggi solari sono amici della nostra salute: favoriscono la produzione di vitamina D, preziosa nell'indurire il nostro scheletro agisce anche contro malattie infettive, autoimmuni e cardiovascolari. Inoltre diversi studi hanno provato il suo effetto positivo sull'umore, anche in pazienti che soffrono di depressione.

Euromelanoma day

La campagna 2013 sarà dedicata interamente alla consulenza da parte di specialisti dermatologi: lunedì 27 maggio dalle ore 9 alle ore 18, si potrà chiamare da tutta Italia il numero verde 800591309 per essere messi in contatto con il centro dermatologico più vicino, dove uno specialista risponderà a tutte le domande fornendo le informazioni necessarie per una corretta prevenzione e una diagnosi precoce del melanoma e degli altri tumori della pelle.

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