Quasi 9 pazienti su 10 (l'84%) ritengono che la psoriasi in forma lieve o moderata renda abbastanza, o persino molto difficile, la loro vita quotidiana. Ma, allora, perché non la curano? «Colpa soprattutto della scomodità della maggioranza dei trattamenti topici: unguenti, creme, paste, lozioni e gel che vengono applicati direttamente sulle zone della pelle interessate, comportando spesso laboriose medicazioni, magari con prodotti dall'odore sgradevole o che macchiano la pelle e i vestiti» spiega Mara Maccarone, presidente dell'Adipso, che ha da poco reso noti i risultati di una ricerca condotta su 600 malati. Oggi sono molti i rimedi a disposizione: ci sono i cortisonici, indicati per periodi brevi nella fase di attacco della malattia, su aree limitate, preferibilmente solo negli adulti); il ditranolo, rapidamente efficace e che induce remissioni prolungate, che può però irritare la cute circostante; i derivati della vitamina D3, utilizzabili anche per periodi di tempo molto prolungati nelle fasi di stabilizzazione e mantenimento; il tazarotene, un retinoide in gel da applicare con attenzione solo sulle lesioni psoriasiche e che dà buoni risultati anche sulle unghie; le creme emollienti e idratanti per contrastare la secchezza cutanea e ridurre la desquamazione.
Stando alle risposte degli intervistati, la scomodità delle terapie scoraggia l'adesione, e la mancata continuità a sua volta pregiudica l'efficacia. Un circolo vizioso che troppo spesso si chiude con un inutile ricorso all'auto-prescrizione. Meno del 10% dei pazienti, infatti, segue le cure con costanza; circa la metà applica il trattamento solo quando ha disturbi davvero fastidiosi e lo effettua soltanto per il tempo necessario ad avere miglioramenti; meno di 1 paziente su 5 segue le indicazioni fornite dal medico. «Questo è il vero problema — dice Paolo Broganelli, dirigente medico alla Clinica Dermatologica alle Molinette di Torino — perché, a seconda delle necessità, ciascuna delle diverse cure può essere utile, ma la scelta va valutata dal dermatologo sul singolo caso e i risultati vanno seguiti nel tempo». Secondo il sondaggio i malati vorrebbero una cura valida e semplice, che fosse cioè soprattutto efficace nell'eliminare il prurito, non lunga e che richiedesse una sola applicazione al giorno. «Ora sono disponibili trattamenti in grado di superare le difficoltà delle cure tradizionali — conclude Broganelli —. L'innovazione appare semplicemente legata alle nuove formulazioni in gel, che sembrano possedere i requisiti desiderati dai pazienti perché non colorano la pelle, non ungono, sono facilmente spalmabili e sono assorbiti rapidamente e in modo regolare».
Conflitti d'interesse
I dottori Mara Maccarone e Paolo Broganelli e il professor Stefano Veraldi dichiarano di non aver alcun conflitto d’interesse relativo agli argomenti a proposito dei quali sono stati interpellati.