Dermatologia / Rassegna stampa

Prurito, per curarlo si comincia dalla testa

Il prurito è contagioso. In questo caso non è colpa di una malattia che si trasmette, ma di una sensazione che si acuisce quando vediamo qualcun altro grattarsi. È quanto emerge da uno studio che mette in gioco l'esistenza di una causa nervosa sottostante il fastidio fisico che potrebbe essere quindi obiettivo di cure specifiche

Segreteria SIDeMaST, 28 Mar 2011 12:27

Argomenti: prurito
Prurito, per curarlo si comincia dalla testa

Il prurito è contagioso. In questo caso non è colpa di una malattia che si trasmette, ma di una sensazione che si acuisce quando vediamo qualcun altro grattarsi. È quanto emerge da uno studio condotto da Gil Yosipovitch della Wake Forest University negli Usa North Carolina che mette in gioco l'esistenza di una causa nervosa sottostante il fastidio fisico che potrebbe essere quindi obiettivo di cure specifiche. Lo studio è pubblicato sul British Journal of Dermatology.

I ricercatori hanno sottoposto i volontari a un test: osservare in video una persona che si gratta induce nello spettatore sano la sensazione fastidiosa del prurito e quindi il grattamento. Se i soggetti sono affetti da malattie pruriginose come la dermatite atopica vedere un video con un proprio simile che si gratta amplifica ulteriormente la sensazione.

Nella manifestazione del prurito interviene quindi anche un meccanismo a livello del sistema nervoso centrale, probabilmente con i famosi «neuroni specchio», che sottintende una forma di empatia nei confronti di chi è in preda alla sgradevole sensazione del prurito.

«Il prurito è una della manifestazioni più importanti delle malattie dermatologiche come la dermatite atopica, l'orticaria, le allergie da contatto, la prurigo nodulare o il lichen - spiega a SaluteOggi Simone Garcovich, dermatologo del Policlinico Gemelli di Roma - ma può complicare anche la vita dei pazienti affetti da malattia epatiche, renali, con diabete o colpiti da linfomi».

Il prurito può avere anche altre cause e manifestarsi su una cute del tutto normale, non infiammata per cause di tipo psicogeno come ansia, depressione, psicosi o di tipo neurologico, nel caso di prurito post-erpetico e di alterazioni dei nervi periferici.

«Il sintomo prurito è definito come sensazione fastidiosa a livello della cute che induce il desiderio di grattamento - continua lo specialista -. È quindi una sorta di meccanismo di difesa innato della pelle».

Quando il prurito persiste per 6 settimane o più si parla di prurito cronico, che può rappresentare un problema sia diagnostico che terapeutico. Il riconoscimento della causa del prurito ne permette un trattamento efficace. Uno dei casi più frequenti è dato dalla dermatite atopica o eczema atopico, «una malattia infiammatoria della cute che colpisce l'età pediatrica ed adulta, che si accompagna caratteristicamente ad un prurito intenso - ricorda Garcovich - tale da determinare ispessimento della pelle, escoriazioni e perdita di sonno».

Nella dermatite atopica il sintomo prurito è causato dalla estrema secchezza cutanea (xerosi cutanea) e dalla infiammazione cutanea.

Come curarlo? «In questi casi il ripristino della barriera cutanea tramite l'utilizzo di creme emollienti-idratanti e la cura con creme anti-infiammatorie, cortisonici o tacrolimi, - spiega il dermatologo - determina la risoluzione del prurito».

Sono da evitare invece prodotti cosmetici irritanti, i saponi e i detergenti schiumogeni, «che peggiorano la secchezza cutanea, l'infiammazione e quindi il prurito - conclude Garcovich - . Anche il contatto con indumenti irritanti come la lana e per alcuni pazienti il semplice contatto con l'acqua può esacerbare il prurito».

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