Per la prima volta l'Organizzazione Mondiale per le Allergie raccomanda il consumo di questi microrganismi vivi a donne incinte, che allattano e bambini a rischio
Una nuova frontiera per combattere le allergie, sempre più diffuse al mondo e tra i bambini. Per la prima volta l'Organizzazione Mondiale per le Allergie (WAO) raccomanda l'uso dei probiotici come strumento di prevenzione e lo fa alla vigilia del Congresso internazionale "Allergie in età pediatrica: dal mito alla realtà - EBM prevention of pediatric allergy" promosso da WAO e dall'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.
Lo studio dell'Ospedale Bambino Gesù
La validazione scientifica dei benefici per la salute di questi particolari microrganismi alimentari è contenuta nelle nuove linee guida internazionali per la prevenzione delle allergie, elaborate da un gruppo di lavoro coordinato dall'Ospedale Bambino Gesù e appena pubblicate sul WAO Journal. Secondo i dati, con la somministrazione di probiotici in gravidanza, durante l'allattamento e al bambino dopo la nascita, il rischio di sviluppare allergie (in particolare l'eczema) si riduce sensibilmente.
Altri lavori riguardano l'elaborazione delle raccomandazioni sull'uso dei probiotici e della vitamina D nella prevenzione delle malattie allergiche. I lavori sono coordinati da Alessandro Fiocchi, responsabile di Allergologia dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma e da Ruby Pawankar, past-president WAO e professoressa di Allergologia al Dipartimento di Pediatria della Nippon Medical School a Tokyo. I probiotici sono microrganismi vivi (presenti in molti alimenti comuni, come yogurt o latte fermentato) che possono apportare benefici alla salute quando somministrati in quantità adeguate. In qualità di immuno-modulatori della risposta allergica, nelle nuove linee guida vengono raccomandati - in determinate situazioni - come terapia preventiva delle allergie, soprattutto l'eczema.
I probiotici benefici soprattutto per particolari categorie
Le raccomandazioni suggeriscono di considerare l'uso di probiotici in tre categorie di persone: donne in gravidanza ad alto rischio di allergie nei loro figli (- 9% di eczema), donne che allattano bambini ad alto rischio di sviluppare allergie (- 15% di eczema) e bambini ad alto rischio di sviluppare allergie (- 5% di eczema). Queste raccomandazioni che valgono per la malattia allergica nel suo complesso (anche se formulate soprattutto sulla efficacia dei probiotici nella prevenzione dell'eczema), contengono anche una precisa valutazione dei risparmi ottenibili ricorrendo a questa strategia preventiva: riducendo mediamente del 9% il numero di eczemi, verrebbero risparmiati tra 150 e 300 euro l'anno ogni 100 candidati alla dermatite atopica.
La crescita degli allergici
Le varie forme di allergia colpiscono circa il 30% della popolazione pediatrica mondiale e si posizionano al terzo posto, dopo ipertensione e artrosi/artrite, nella classifica delle malattie croniche più diffuse.
In Italia ne soffrono 25 bambini su 100 e il fenomeno è in costante crescita. La percentuale nel nostro paese negli ultimi 20 anni è più che triplicata, passando dal 7 al 25%. La forma più diffusa è la rinite allergica. Al secondo posto tra le allergie più comuni c'è l'asma. Seguono le allergie alimentari, più frequenti nei primi anni di vita dei bambini.
L'allergia è considerata una "malattia del mondo sviluppato". La crescita, infatti, viene registrata soprattutto nei Paesi occidentali e in quelli che si stanno occidentalizzando. Tra le cause di questa impennata di allergie certificata dalla WAO, il diminuito contatto con alcuni elementi naturali (gli animali ad esempio), la qualità dell'aria che si respira, nuclei famigliari ridotti (i primogeniti o i figli unici sono a maggior rischio di malattia allergica), la minore esposizione al sole. Tutti fattori che intervengono a modificare il sistema immunologico predisponendo, soprattutto i più piccoli, allo sviluppo di allergie .