Dermatologia / Rassegna stampa

Non mi curo e il medico non lo sa La scarsa aderenza alle terapie

Un paziente su tre- ma se si tratta di «pelle» uno su due - rinuncia alla cura, ha un comportamento «altalenante» e, per di più, molto spesso non lo dice neanche al medico, pur essendo consapevole del fatto che rischia di andare incontro a un peggioramento delle proprie condizioni di salute e quindi della qualità di vita

Segreteria SIDeMaST, 07 May 2015 07:35

Non mi curo e il medico non lo sa La scarsa aderenza alle terapie

L'abbandono dei farmaci è frequente tra chi soffre di patologie autoimmuni: un malato su tre «rinuncia» molto spesso per la comparsa di effetti collaterali

Un paziente su tre- ma se si tratta di «pelle» uno su due - rinuncia alla cura, ha un comportamento «altalenante» e, per di più, molto spesso non lo dice neanche al medico, pur essendo consapevole del fatto che rischia di andare incontro a un peggioramento delle proprie condizioni di salute e quindi della qualità di vita. La scarsa aderenza alle terapie tra chi soffre di patologie autoimmuni croniche - come artrite reumatoide, spondilite anchilosante, morbo di Crohn, colite ulcerosa, psoriasi e artrite psoriasica - rappresenta oggi una sfida tanto per la salute dei pazienti quanto per la sostenibilità dei sistemi sanitari. Non è infatti difficile capire che ogni pillola buttata corrisponde a una perdita netta per il Servizio sanitario.

Il progetto

Il progetto «Mosaico» (chiamato così perché "a mosaico" ha incrociato i dati provenienti sia da pazienti che da medici per tre diverse tipologie di malattie croniche), attraverso una ricerca condotta da Doxa Pharma e promossa dall'Associazione nazionale malati reumatici (Anmar), dall'Associazione nazionale per le malattie infiammatorie croniche dell'intestino (Amici) e dall'Associazione Nazionale Amici per la Pelle (Anap), grazie al contributo di AbbVie, ha cercato di "misurare" il fenomeno.

Chi soffre di psoriasi

Tra chi soffre di psoriasi, circa il 50 per cento dichiara di non seguire le indicazioni del medico, percentuale che passa al 44 per cento tra chi ha malattie infiammatorie croniche intestinali (morbo di Crohn e colite ulcerosa) e al 35 per cento tra chi è affetto da patologie osteoarticolari . Ma i medici si rendono conto di questo fenomeno di abbandono? Solo in parte, perché tendono a sottovalutarlo. Secondo gli specialisti intervistati (243, mentre i malati interpellati sono stati 1017) è un paziente su quattro a essere discontinuo nel seguire le prescrizioni, con percentuali, che - sempre secondo i medici - vanno da circa il 20% tra chi soffre di patologie osteoarticolari o gastroenterologiche, fino al 3o% per i pazienti affetti da psoriasi.

Nella maggior parte dei casi la decisione di dire addio alle cure è dettata dagli effetti collaterali dei farmaci, ma, paradossalmente, il miglioramento dei sintomi è al secondo posto tra le cause di abbandono e prevale nei pazienti affetti da psoriasi, probabilmente confortati da un miglioramento "visibile". Anche Il tipo di trattamento ha un peso notevole nel determinare l'aderenza alla terapia.

Farmaci

Chi ricorre ai farmaci biologici dimostra, infatti, di attenersi di più alle raccomandazioni del medico, in termini di quantità, modalità e periodo di assunzione dei farmaci, rispetto ai pazienti cui sono prescritti farmaci tradizionali. La percentuale dei pazienti "inadempienti" nel caso dei biologici sta infatti, secondo di medici, in un intervallo compreso tra il 10 e 17 per cento e percentuali non di molto dissimili denunciano i malati. La discrepanza nell'aderenza alle cure con le due diverse tipologie di farmaci, dicono i responsabili delle associazioni coinvolte nell'indagine, è semplice: chi arriva ai farmaci biologici si rende conto di essere "all'ultima spiaggia" e si impegna maggiormente. Come chiosa Salvo Leone, di Amici (Malattie Infiammatorie Croniche dell'Intestino): «Dopo il biologico per noi c'è solo il bisturi. Meglio sopportare i fastidi delle cure». Ma anche se la disponibilità a seguire le cure con i farmaci biologici è migliore, ancora molto c'è da fare. E non solo sul fronte della comunicazione: farmaci in grado di dare risultati percepibili fin dall'inizio della terapia, che rendono più probabile l'aderenza alle cure, come pure medicinali più facili da utilizzare.

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