Melanoma, anche l'alcol aumenta il rischio
Il suo consumo renderebbe la pelle più sensibile agli ultravioletti
Segreteria SIDeMaST, 16 Feb 2014 11:50
Il suo consumo renderebbe la pelle più sensibile agli ultravioletti
Segreteria SIDeMaST, 16 Feb 2014 11:50
A patire le conseguenze di un consumo eccessivo di alcol non sono solo stomaco, fegato e cervello. Un nuovo studio pubblicato sul British Journal of Dermatology ha infatti svelato che il rischio di sviluppare un melanoma, il tumore della pelle più pericoloso fra quelli noti, aumenta del 55% in chi raggiunge o supera i 4 drink al giorno. Ad essere in pericolo non sono però solo i forti bevitori. Bastano infatti 2 alcolici al giorno per aumentare del 18% il rischio di sviluppare questa forma tumorale e anche chi si limita ad un massimo di una bevuta al giorno corre un rischio superiore del 10% rispetto a chi consuma alcol solo sporadicamente o non ne beve affatto.
Questi numeri sono il frutto dell'analisi dei risultati di 16 diversi studi sul melanoma che in totale hanno coinvolto più di 6.200 pazienti. Le ricerche condotte fino ad oggi non permettono però di andare più a fondo nella correlazione tra gli alcolici e questo tipo di tumore. Gli esperti ipotizzano però che ad entrare in gioco sia il processo che converte l'etanolo presente nelle bevande in una molecola, l'acetaldeide, che può svolgere un'azione fotosensibilizzante, rendendo la pelle più sensibile alla luce. In sua presenza aumenterebbero i livelli di specie reattive dell'ossigeno, che a loro volta danneggerebbero le cellule della pelle favorendo la comparsa del cancro. In altre parole, l'alcol aggraverebbe l'effetto degli ultravioletti, già dannosi per la pelle in quanto tali.
"Sappiamo che bere alcol in presenza della radiazione Uv può alterare l'immunocompetenza dell'organismo, la capacità di produrre una risposta immunitaria normale - ha spiegato Eva Negri, ricercatrice italiana coautrice dello studio - Ciò può portare ad un maggiore danno cellulare e di conseguenza portare alla formazione del cancro alla pelle. Speriamo che con queste conoscenze alla mano le persone si proteggano meglio quando sono al sole".