Dermatologia / Rassegna stampa

Malattie della pelle: più casi con invecchiamento e inquinamento

Sempre più italiani soffrono di malattie infiammatorie della pelle, come dermatite atopica e psoriasi, circa il 10% della popolazione ne è colpita.

Segreteria SIDeMaST, 23 Apr 2019 09:58

Malattie della pelle: più casi con invecchiamento e inquinamento

Sempre più italiani soffrono di malattie infiammatorie della pelle, come dermatite atopica e psoriasi, circa il 10% della popolazione ne è colpita. E sono in continuo aumento anche coloro che si ammalano di tumori cutanei (oltre 14.000 nuovi casi di melanoma nel 2018).

Le malattie della pelle sono le più numerose e colpiscono tutte le persone indistintamente almeno una volta nella vita. Interessano in totale circa il 25% della popolazione italiana, dato sovrapponibile a quello europeo, e la loro incidenza è in costante e progressivo aumento soprattutto a causa dell’ invecchiamento. “Con gravi ricadute sia sulla spesa a carico del SSN che sulle tasche dei cittadini – sottolinea il presidente SIDeMaST Piergiacomo Calzavara Pinton dell’ Università di Brescia – Chi è colpito da dermatite atopica può arrivare a spendere di tasca propria dai 2.000 ai 10.000 euro l’anno per prodotti non rimborsati dal SSN, come creme emollienti, antistaminici e antibiotici locali, abbigliamento speciale….”.

Tra infiammatorie, autoimmuni, allergiche, degenerative, tumorali e infettive (incluse le malattie sessualmente trasmesse) sono le patologie più frequenti: la pelle è infatti l’organo umano più esteso, costantemente esposto ad agenti irritanti, infettivi e cancerogeni, sede di fondamentali attività immunologiche connesse al suo ruolo ‘di confine’. E se molte malattie della pelle hanno un basso indice di gravità ma, per la loro visibilità e i sintomi associati, causano sempre un danno rilevante alla qualità della vita affettiva, sociale e lavorativa (sono la seconda causa di malattia professionale), esistono anche forme gravemente invalidanti (i casi gravi di malattie infiammatorie sono circa il 2% della popolazione) e in alcuni casi potenzialmente mortali, come alcuni tumori della pelle e alcune reazioni a farmaco, che invece se diagnosticati e trattati in fase precoce sono del tutto guaribili.

La relativa benignità della maggioranza delle malattie della pelle ha spesso indotto a sottovalutare quella parte percentualmente bassa (ma decisamente rilevante in numeri assoluti) di pazienti in cui la malattia della pelle causa inabilità e gravissima sofferenza fisica come nel caso di molte diffuse patologie infiammatorie. “Le malattie infiammatorie croniche più comuni della cute sono la psoriasi e la dermatite atopica – spiega il prof. Giampiero Girolomoni, Professore Ordinario di Dermatologia e Venerologia, Università degli Studi di Verona, Past President SIDeMaST. -che affliggono globalmente circa il 10% della popolazione italiana. Sono entrambe malattie di cui si conoscono i geni predisponenti e i meccanismi molecolari che determinano l’infiammazione della cute. Per entrambe le malattie, nella maggior parte dei casi, si tratta di forme limitate, ma nel 10-20% dei pazienti si presentano in forma grave, che interferisce pesantemente sulla qualità di vita, sulle capacità professionali (o di studio) e sulle relazioni sociali”.

Le malattie della pelle di tipo tumorale che comportano un rischio di morte come melanomi, sarcomi e carcinomi sono in assoluto le più frequenti forme di cancro nell’uomo.

“Fino a 20 anni fa potevamo fare poco per questi malati – continua la prof.ssa Ketty Peris – I tumori della pelle erano spesso diagnosticati nella loro fase avanzata, condizione in cui eravamo praticamente impotenti, e le malattie infiammatorie gravi non avevano terapie efficaci. I cambiamenti organizzativi del sistema sanitario avevano grandemente ridotto la capacità assistenziale per questi pazienti, azzerando di fatto la possibilità di ricovero per queste patologie senza offrire un sostegno valido nel territorio. Ma la situazione è cambiata negli ultimi 10-15 anni: abbiamo conosciuto un veloce susseguirsi di progressi radicali nelle procedure diagnostiche e la disponibilità di nuovi farmaci molto efficaci nella terapia di malattie infiammatorie e neoplastiche che hanno permesso di ottenere risultati terapeutici impensabili in precedenza”.

Sono ora disponibili farmaci, perlopiù biotecnologici, che hanno permesso di liberare i pazienti dalla schiavitù delle più frequenti e invalidanti patologie infiammatorie come psoriasi, dermatite atopica, idrosadenite, pioderma gangrenoso e tante altre. Inoltre abbiamo saputo ridurre la mortalità delle più gravi reazioni da farmaco, e ricordiamo i progressi nella lotta alle principali malattie genetiche con la possibilità di una precoce diagnosi molecolare e un sostanziale miglioramento della sopravvivenza, e nell’efficace terapia delle patologie infettive.

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