Dermatologia / Rassegna stampa

La vera pelle rivelata da una fotografia

Le immagini «UV» mostrano i danni del sole: un mezzo per convincere le persone a fare attenzione durante l'esposizione al sole e a evitare il ricorso ai lettini abbronzanti

Segreteria SIDeMaST, 17 Apr 2012 10:02

La vera pelle rivelata da una fotografia

Sembrano due persone diverse, ma in realtà si tratta di due immagini scattate allo stesso individuo. Se si confronta una fotografia tradizionale di un volto con lo stesso ritratto fatto però con una macchina fotografica "ultravioletta", ci possono essere differenze notevoli. La seconda immagine, infatti, mostra tutti i segni che il sole ha lasciato sulla pelle e che mai si potrebbero vedere guardandosi allo specchio o in una normale istantanea. Tali tracce darebbero informazioni su quanto la pelle è a rischio di tumore e - sempre secondo quanto riportato da alcuni ricercatori dell'University of Colorado Cancer Center in uno studio pubblicato sul Journal of the American Academy of Dermatology - potrebbero rendere più consapevoli le persone sui pericoli che possono correre esponendosi senza cautele ai raggi solari.

Adolescenti

Un team guidato da Robert Dellavalle, dermatologo presso l'istituto americano, si è concentrato in particolare sugli adolescenti. A circa 600 dodicenni sono state scattate fotografie ultraviolette, un tipo particolare di fotografia utilizzata in ambito scientifico ed eseguita con obiettivi speciali che lasciano filtrare la banda luminosa ultravioletta non percepibile all'occhio umano. In dermatologia questo tipo di foto serve a rilevare i danni che il sole ha prodotto sulla cute non visibili a occhio nudo. Le immagini ottenute sono state poi confrontate con alcune caratteristiche dei ragazzi, le caratteristiche usate solitamente per definire chi ha l'epidermide in pericolo: colore di occhi, pelle e capelli, presenza di lentiggini e nei. Gli adolescenti che mostravano nelle fotografie i segni più evidenti dell'azione nociva della radiazione solare erano anche quelli che, sulla base di queste caratteristiche, risultavano più a rischio di sviluppare tumori della pelle.

No ai lettini

«Ciò che ci sembra importante evidenziare dopo questo studio» puntualizza Dellavalle «è che disponiamo di un mezzo per spingere le persone a fare più attenzione durante l'esposizione al sole e a evitare il ricorso ai lettini abbronzanti». Spiegare a un ragazzo che appartiene al cosiddetto fototipo a rischio (pelle, capelli e occhi chiari, lentiggini, numerosi nei) e che per questo motivo corre più pericoli con il sole rispetto a chi ha un aspetto più mediterraneo, può non bastare a convincerlo sulla necessità di limitare l'esposizione ai raggi solari e abbondare con creme protettive. Altra cosa è , invece, mostrare al ragazzino come il suo volto, sotto una superficie apparentemente integra, sia in realtà già vittima di solchi e macchie insospettabili: un'immagine, si sa, vale più di mille parole. «Già da tempo» prosegue l'esperto «la fotografia ultravioletta viene usata in dermatologia per rilevare i danni nascosti della pelle, ma il nostro studio mostra come a una data immagine corrisponda un preciso profilo di rischio per la persona, calcolato grazie ai tradizionali standard scientifici».

Tumore

Questi speciali ritratti darebbero quindi "forma" a una probabilità di sviluppare un tumore della pelle. Gli specialisti auspicano che questo strumento possa spingere i ragazzi a proteggere la pelle con abiti e creme adeguate non solo in vacanza, ma tutte le volte che sono all'aria aperta, e a stare lontani dalle lampade abbronzanti, sempre di più accusate di favorire l'insorgenza di melanomi. Per gli esperti, il fascino della tintarella, ottenuta col sole o con le lampade abbronzanti, è ancora troppo forte. La speranza è che far vedere ai ragazzi come le radiazioni danneggino realmente la loro pelle possa indurli a comportamenti più responsabili, che, secondo ricerche recenti, non sarebbero seguiti proprio da chi è più giovane e a rischio.

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