Acne: cos'è e come si cura
L'acne non è solo un problema estetico, ma una vera e propria malattia della pelle che interessa i follicoli sebacei (ovvero, i follicoli piliferi dotati di grandi ghiandole sebacee, come quelli del volto e della parte alta del tronco) e si manifesta con lesioni non infiammatorie - come i comedoni chiusi (punti bianchi) e aperti (punti neri) - e lesioni infiammatorie (papule e pustole) e va quindi curata con la giusta terapia, ovvero rivolgendosi a un dermatologo, evitando il fai da te. Incidere o spremere i brufoli può infatti peggiorare le cose, aumentando l'infiammazione e, nel tempo, lo sviluppo delle cicatrici.
«La predisposizione familiare influisce pesantemente nella comparsa dei brufoli - spiega il professor Antonino Di Pietro, direttore scientifico dell'Istituto Dermoclinico Vita Cutis di Milano -, ma anche le alterazioni ormonali, come il ciclo mestruale, una gravidanza o l'adolescenza, ricoprono un ruolo di primo piano, mentre lo stress e i disordini di natura psicologica possono essere una concausa, specie durante il periodo adolescenziale». Come detto, talvolta anche l'alimentazione può favorire lo sviluppo dell'acne: contrariamente però a quanto si potrebbe pensare, a finire sotto accusa non sono grassi, cioccolato e proteine, bensì alcuni cibi "sani".
Qualunque alimento a basso contenuto di grassi
Quando le aziende alimentari rimuovono il grasso da determinati cibi, devono necessariamente insaporirli con qualcos'altro, che di solito ha a che fare con lo zucchero. In altre parole, "a basso contenuto di grassi" o "senza grassi" quasi sempre significa "ad alta percentuale di zucchero". Numerosi studi hanno però evidenziato come un eccesso di zucchero comprometta le fibre di collagene, rendendole così incapaci di riparare i danni causati dall'invecchiamento.
L'alternativa: evitare gli alimenti "light" e preferire piuttosto fonti di grassi buoni come avocado, frutta secca e pesce fresco.
Latte scremato
Uno studio condotto su oltre 47 mila donne ha evidenziato una maggior incidenza dell'acne giovanile grave legata al consumo di latte, con percentuali peggiori per il latte scremato o parzialmente scremato rispetto al latte intero. Questo perché, oltre al lattosio, nel latte si trovano anche proteine come la alfa-lattoalbumina (con caratteristiche simili agli androgeni, gli ormoni che facilitano l'acne) e la somatomedina (che induce la produzione di sebo): quando al prodotto vengono tolti i grassi, aumenta la quota relativa di proteine presenti, rendendo così il latte sgrassato più "pericoloso" per la pelle.
L'alternativa: sostituire il latte vaccino con latte di cocco non zuccherato, latte di mandorla o latte di riso.
Oli vegetali
Diverse ricerche hanno evidenziato come l'acne sia principalmente una patologia infiammatoria e poiché è risaputo che i grassi polinsaturi Omega 6 promuovono l'infiammazione, ecco spiegato il motivo per cui gli oli vegetali (come quelli di mais e di soia), che sono appunto ricchi di Omega 6, sono da evitare per gli effetti negativi sulla pelle.
L'alternativa: passare all'olio d'oliva, all'olio extravergine o a quello di cocco.
Pane integrale
Le aziende alimentari enfatizzano le virtù della farina integrale, evitando però convenientemente di sottolineare gli eventuali danni che può provocare il glutine. Non a caso, numerosi studi sottolineano il legame esistente fra l'intolleranza al glutine e alcune malattie cutanee, come la psoriasi.
L'alternativa: scegliere dei fogli di cocco o di riso gluten-free per sostituire le fette di pane dei sandwich.
Frullati di frutta
Uno studio ha mostrato un aumento di patologie cutanee in un gruppo di cavie alimentato con alte percentuali di fruttosio, che è lo zucchero della frutta e che è spesso contenuto in quantità elevate nei frullati, sia in quelli miscelati al momento che preconfezionati.
L'alternativa: scegliere una versione "green" del tradizionale frullato, usando principalmente verdure a foglia verde e crucifere, da insaporire eventualmente con succo di limone o lamponi congelati.