Possono bastare poche regole per prevenire alcuni tipi di tumore. Basta, insomma, seguire alcuni consigli pratici di vita quotidiana. E prestare attenzione alle prime avvisaglie che « qualcosa non va ». In occasione della Giornata mondiale contro il cancro, gli esperti di Humanitas Cancer Center, diretto dal dott. Armando Santoro, propongono un vademecum che descrive le « cinque mosse » pratiche e alla portata di tutti per sconfiggere i principali tumori. Tenendo presente che a volte basta davvero poco per prevenirli: come smettere di fumare nel caso del tumore al polmone (ne parliamo con la dott.ssa Licia Siracusano, referente per il Centro Antifumo di Humanitas). Seguire una alimentazione ricca di frutta e verdura per prevenire il carcinoma del colon (con il prof. Alberto Malesci, responsabile del Dipartimento di Gastroenterologia di Humanitas). Eseguire il vaccino contro l'Hpv per combattere il tumore al collo dell'utero (dott. Domenico Vitobello, responsabile dell'Unità Operativa di Ginecologia di Humanitas). Prendere il sole con moderazione (prof. Marcello Monti, responsabile di dermatologia di Humanitas e professore di dermatologia all'Università di Milano). Ed eseguire il counselling genetico per il tumore al seno (dott.ssa Rosalba Torrisi, capo Sezione di Oncologia Senologica di Humanitas).
Tumore del polmone
Dottoressa Siracusano, la prevenzione inizia nel dire stop al fumo?
«Assolutamente sì. Il fumo aumenta l'incidenza del tumore al polmone di oltre 20 volte rispetto al non fumatore e circa il 90% delle neoplasie maligne del polmone sono correlabili al fumo di sigaretta. Smettere di fumare è, quindi, fondamentale. Purtroppo non è semplice, ma non è neanche giudicabile, perchè il tabagismo è una malattia, non è un vizio. La nicotina, infatti, crea dipendenza in modo addirittura superiore a eroina e oppiacei, provocando insonnia, irritabilità, ansia, cefalea e difficoltà di concentrazione. Ogni fumatore conosce i rischi e i danni provocati. Bisogna informare, però, le persone della possibilità di avere un supporto farmacologico per facilitare la disassuefazione da fumo. Esiste la vareniclina, una molecola che si lega ai recettori su cui agisce la nicotina, impedendone l'azione. Questo aiuta a gestire le crisi di astinenza e permette di imparare un nuovo stile di vita. Questa è la vera prevenzione e per questo esistono i Centri Antifumo».
Tumore del colon
Professor Malesci, frutta e verdura per prevenire il carcinoma del colon?
«Sì, ma non solo. Scegliere una dieta ricca di frutta e verdura, fibre e cereali e povera di grassi animali, privilegiando le proteine del pesce. In particolare, è utile ridurre il consumo di carni rosse, in modo particolare se conservate. Le prime avvisaglie della presenza di un carcinoma al colon sono il sangue nelle feci, improvvisa diarrea alternata a costipazione e altrettanto improvvisa perdita di peso, sensazione di non aver svuotato l'intestino dopo l'evacuazione, dolori addominali o all'ano. Dopo i 50 anni, anche in assenza di segnali specifici, è raccomandato l'esame delle feci a scopo preventivo. In caso di sospetto, si esegue la colonscopia».
Tumore al collo dell'utero
Dottor Vitobello, vaccinarsi contro l'HPV previene il tumore al collo dell'utero?
«Certamente. E' l'HPV, infatti, il principale responsabile del tumore al collo dell'utero. E, purtroppo, l'infezione da HPV è la più frequente fra quelle sessualmente trasmesse. Si stima che 8 donne su 10 sessualmente attive si infettino almeno una volta nel corso della vita. Più raramente può avvenire di riscontrare l'infezione in donne che non hanno avuto rapporti sessuali. Dato che è molto difficile prevenirla, sia perché è molto comune, soprattutto fra le persone giovani, sia perchè il preservativo non garantisce una copertura al 100 per cento, l'arma più efficace è, quindi, la prevenzione. La prevenzione primaria oggi è la vaccinazione, e, poi il Pap test, da eseguire periodicamente, mette in evidenzia le alterazioni cellulari precursori della neopalsia del collo dell'utero. Quindi vaccinazione e diagnosi precoce sono le prime armi per una prevenzione efficace».
Melanoma
Professor Monti, si deve prendere il sole con moderazione?
«Assolutamente si. I tumori cutanei indotti dal sole o dalle lampade UV sono diventati i tumori più frequenti per la popolazione bianca e, soprattutto, interessano sempre più i giovani. Anche il melanoma, il tumore cutaneo più aggressivo, continua a crescere in frequenza, inesorabilmente. Questi sono segnali del fallimento delle campagne informative sulla protezione solare. La gente pensa di mettersi una crema solare e poi stare al sole in libertà. Questo è un errore. Per evitare i tumori, e anche l'invecchiamento, occorre stare al sole con la pelle coperta da indumenti e prendere il sole a pelle nuda il meno possibile. Le creme vanno usate solo sulle parti che rimangono inevitabilmente scoperte, come mani e volto. Poi è importante la prevenzione: un tumore cutaneo, anche il melanoma, diagnosticato nelle prime fasi di crescita e trattato, guarisce quasi nel 100 % dei casi. Basta sottoporsi una volta all'anno all'esame videodermatoscopico computerizzato e non temere di asportare subito quanto sta crescendo, prima che sia toppo tardi».
Tumore della mammella
Dottoressa Torrisi, counselling genetico per prevenire il tumore al seno?
«Sì, in sintesi significa acquisire informazioni sulla storia personale e familiare per valutare la presenza di un rischio di sviluppare un tumore mammario correlato con la storia famigliare. Il counselling genetico, cioè la consulenza, è utile, infatti, per prevenire una piccola percentuale (dal 5 al 10%) di tumori mammari provocati da una predisposizione genetica. Infatti, le persone che hanno una mutazione dei geni BRCA1 e BRCA2 hanno una probabilità elevata (fino al 65% durante tutta la vita) di sviluppare un tumore al seno e, inoltre, corrono anche un aumentato pericolo di sviluppare tumore ovarico. Quando è opportuno il counselling genetico? Se si sono ammalate di tumore mammario più persone della famiglia con più generazioni coinvolte, se ci sono tumori bilaterali, se l'insorgenza è stata in età inferiore a 40 anni e se sono presenti anche tumori ovarici, si considera la possibilità di eseguire il counselling. Come si svolge? Sono presenti l'oncologo, il genetista e lo psicologo. Anzitutto si fa una raccolta accurata della storia personale della donna e della sua famiglia fino ai parenti di terzo grado e, poi, attraverso l'impiego di criteri clinici e/o di software specifici, si valuta l'opportunità di eseguire il test genetico, cioè la ricerca di mutazioni dei geni BRCA1 e BRCA2. Momento fondamentale del counselling è la discussione sui possibili risultati del test, che non sempre sono univoci (positivo o negativo) e, comunque, sono sempre solo indicativi di un rischio, non di una certezza di ammalarsi. Si illustrano anche quali sono le diverse possibilità per la riduzione di questo pericolo, da prendere in considerazione in accordo all'esito del test, e che vanno dalla sorveglianza più ristretta con controlli ravvicinati nel tempo, alla prevenzione farmacologica fino alla profilassi chirurgica».