Dermatologia / Rassegna stampa

Telecontrolli per la dermatite atopica Ecco i pro e i contro del servizio

I pazienti che soffrono di dermatite atopica si possono seguire anche online, senza il bisogno che si rechino ogni volta dal dermatologo per fare il punto della situazione

Segreteria SIDeMaST, 17 Nov 2014 07:13

Argomenti: dermatite atopica
Telecontrolli per la dermatite atopica Ecco i pro e i contro del servizio

Da uno studio americano risultati incoraggianti per i controlli dermatologici online

I pazienti che soffrono di dermatite atopica si possono seguire anche online, senza il bisogno che si rechino ogni volta dal dermatologo per fare il punto della situazione. Lo propongono, dalle pagine della rivista Jama Dermatology, alcuni ricercatori dell'University of Colorado e California.

Teledermatologia

Lo studio dei ricercatori l'Oltreoceano nasce dalla considerazione che negli Usa il numero dei dermatologi non è sufficiente per soddisfare le richieste dei pazienti e che dunque un sistema di teledermatologia potrebbe migliorare l'accesso alle cure. Per testare la validità di un simile approccio, gli studiosi hanno preso in esame 156 pazienti affetti da dermatite atopica: metà sono stati seguiti «viso a viso» negli studi dermatologici e metà attraverso un sistema online, che prevedeva anche la condivisione di video o la spedizione di foto delle lesioni al medico, in modo tale che potesse farsi un'idea dello stato della cute e prendere gli opportuni provvedimenti. Ebbene dopo un anno dall'inizio dello studio, la percentuale di pazienti in cui le alterazioni cutanee sono sparite del tutto o quasi è risultata simile nei due gruppi, in particolare del 38,4 (online) e del 43,6 (di persona) per cento rispettivamente.

Pro e contro

«Quello della teledermatologia è un settore molto eccitante e in evoluzione, ma come ogni nuovo modello di fornitura di servizi, richiede studi comparativi che ne dimostrino efficacia e sicurezza» osservano gli autori della ricerca. «La teledermatologia non è impossibile, ma le limitazioni pratiche sono numerose - commenta il professor Carlo Gelmetti, responsabile dell'Unità operativa di dermatologia pediatrica della Fondazione IRCCS Policlinico di Milano nonché egli stesso piccolo pioniere del settore -. Innanzitutto bisognerebbe avere un sistema video di qualità professionale per riprendere le immagini da inviare al dermatologo nonché un monitor di ottima qualità per visualizzarle nello studio medico. Inoltre c'è da tenere presente che il paziente potrebbe non sempre cogliere i particolari più utili e importanti da condividere. Spesso è solo l'occhio esperto del dermatologo che riesce a individuare gli aspetti rilevanti, tralasciando quelli irrilevanti e/o confondenti, sebbene al paziente possano apparire degni di nota. Tipo di luce, angolo di ripresa e altri fattori possono influenzare molto l'immagine ripresa e quindi portare a interpretazioni non sempre corrette. Allo stesso uniformare questi parametri non è cosa semplice. Tutto ciò apre, infine, la strada alla questione della responsabilità diagnostica e ai relativi problemi medico-legali». Insomma nonostante alcuni possibili vantaggi, come evitare spostamenti per i pazienti e ampliare l'accessibilità alle cure, sono ancora numerosi i limiti da superare. La teledermatologia allo stato attuale è un approccio proponibile solo in casi selezionati. Per fortuna in Italia non c'è una carenza di dermatologi come negli Usa, per cui è possibile soddisfare tutte le richieste, con il solo rischio che i tempi di attesa diventino lunghi.

  • keyboard-arrow-right Fonte Corriere della Sera
  • keyboard-arrow-right Autori Antonella Sparvoli
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  • keyboard-arrow-right Parole chiave dermatite atopica

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