Dermatologia / Rassegna stampa

Tatuaggi temporanei: non sono privi di rischi

D'estate aumentano le persone che decidono di tatuarsi e sono in crescita i tatuaggi temporanei, quelli che durano non più di una settimana. Ma gli esperti avvertono: anche i tatuaggi temporanei nascondono qualche pericolo perché sono spesso realizzati con inchiostri composti da una miscela di hennè e altri ingredienti che possono causare reazioni allergiche, come la parafenilendiamina (PPD).

Segreteria SIDeMaST, 26 Jul 2013 04:23

Argomenti: tatuaggio
Tatuaggi temporanei: non sono privi di rischi

D'estate aumentano le persone che decidono di tatuarsi e sono in crescita i tatuaggi temporanei, quelli che durano non più di una settimana. Ma gli esperti avvertono: anche i tatuaggi temporanei nascondono qualche pericolo perché sono spesso realizzati con inchiostri composti da una miscela di hennè e altri ingredienti che possono causare reazioni allergiche, come la parafenilendiamina (PPD).

A lanciare l'allarme è stata la Fda statunitense che recentemente ha diffuso una nota a seguito dell'aumento dei casi di reazioni allergiche, anche gravi, nella popolazione.

Chi si affida a tatuatori poco esperti, che non rispettano gli standard di sicurezza e utilizzano prodotti scadenti (in certi casi addirittura le tinture per capelli che danno al disegno una tonalità più scura) rischia di andare incontro ad effetti indesiderati, come rossore, eritema, lesioni della pelle e perdita di pigmentazione, fino addirittura alla deturpazione permanente, oltre che veder aumentare il rischio di contrarre il virus dell'epatite C.

Il rischio legato ai tatuaggi temporanei è causato soprattutto dagli inchiostri utilizzati. Come spiega Michi Shinohara, dermatologo presso la University of Washington di Seattle, i nuovi inchiostri contengono coloranti azoici, largamente utilizzati in vari campi dell'industria, da quella tessile a quella delle vernici. Questi composti, che si trovano nei colori rosso, corallo e giallo, sono stati collegati, in studi recenti, ad un aumento del rischio di sarcoidosi, una patologia autoimmune.

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