A poche ore dal suono della prima campanella, che sancirà il via del nuovo anno scolastico in tutte le regioni italiane, sono circa 9 milioni i ragazzi pronti a rimettere gli zaini sulle spalle. Ma le scuole italiane, ancor più falcidiate dalla spending review, non sembrano all'altezza di accoglierli, per lo meno da un punto di vista igienico-sanitario.
A lanciare l'allarme sulle precarie condizioni di pulizia e manutenzione delle strutture scolastiche della Penisola è il dermatologo milanese Fabio Rinaldi, presidente IHRF (International Hair Research Foundation) e docente presso la Sorbona di Parigi, che mette in guardia genitori e docenti sui pericoli che si insidiano tra i banchi di scuola. «Pidocchi e zecche sono un fatto ricorrente, un problema che si ripresenta puntuale ogni anno nelle aule, così come la cosiddetta 'ferita di scuola', l'impetigine» - spiega il dott. Rinaldi - «Il miglior rimedio? Senz'altro la prevenzione, intesa anche, oltre che come pulizia personale, con una maggior cura ed igienizzazione degli ambienti. E, in questo senso, i tagli decisi dal governo purtroppo non aiutano». Infatti, secondo la Fondazione IHRF, con i tagli ai budget scolastici ed ai sistemi di controllo igienici, gli episodi di zecche e pidocchi potrebbero aumentare anche del 30% rispetto agli scorsi anni.
La «necessaria» forbice Montiana ha infatti drasticamente ridotto il numero dei collaboratori scolastici e del personale ausiliario, incluso quello addetto alla pulizia, lasciando a casa oltre la metà degli ex-dipendenti e provocando il conseguente affidamento dei servizi di pulizia ad imprese esterne attraverso appalti o speciali convenzioni, in molti casi probabilmente inadatte a garantire le adeguate condizioni di sicurezza dei ragazzi. Anche i mancati interventi sulle strutture già fatiscenti di numerosi istituiti costringono spesso i dirigenti scolastici a sforare oltremisura il numero di bambini per aula (secondo gli ultimi dati del Codacons, sono state tagliate 895 classi a fronte di un incremento degli studenti pari a 7.065 unità) causando un sovraffollamento che, osserva ancora Rinaldi, «accresce notevolmente anche le probabilità di contagio e la diffusione di malattie esantematiche, dermatiti e patologie che possono colpire il cuoio capelluto».
Istruzione, quindi, ulteriormente penalizzata dall'ultima manovra economica, che ha previsto una decurtazione di 500 milioni di finanziamenti a una scuola già messa in ginocchio dalla stretta di 8 miliardi voluta dal precedente governo, con degli effetti deleteri non solo dal punto di vista culturale ma anche da quello della salvaguardia della salute e della protezione dei bambini. Tagli così pesanti da aver fatto dato vita, per reazione, ad iniziative «d'emergenza» molto particolari, dalle «squadre speciali» di genitori armati di guanti e ramazza ai «fondi cassa» di classe per comprare fazzoletti e carta igienica.
«I bambini – prosegue Rinaldi - sono naturalmente un bersaglio facile per batteri e virus con cui è meglio non scherzare. Sarebbe auspicabile che, almeno negli istituti scolastici, si prendessero adeguate contromisure, anche in termini di risorse umane e di prevenzione, magari anche con consulti di dermatologici, specialisti e pediatri».
I rischi? Per i dermatologi si chiamano pidocchi e zecche, ma anche contrazione di malattie della pelle. Per esempio la pediculosi, una parassitosi molto comune provocata dai pidocchi, registra un picco di diffusione proprio in questo periodo dell'anno, e colpisce soprattutto i bambini di età compresa tra i 3 e gli 11 anni. Secondo gli esperti «il fenomeno è molto più ampio di quanto percepito dall'opinione pubblica. Importantissima è l'opera di prevenzione – conclude Rinaldi – A rischio sono soprattutto le scuole materne e le elementari, dove la trasmissione dei parassiti tra bambini è molto facile.»