Dermatologia / Rassegna stampa

Studio dell'Università di Perugia rivela rischi dei tatuaggi all'hennè

Belli, indolori e soprattutto "a tempo". I tatuaggi all'hennè sono ogni estate una forte tentazione soprattutto per bambini e adolescenti, una pratica in realtà che ha origini antichissime nei Paesi orientali e nell'Africa settentrionale. Ma a rivelarne il rischio per la pelle dei nostri bambini e ragazzi è uno studio realizzato dall'Università degli Studi di Perugia, recentemente pubblicato sulla rivista International Journal of Environmental Research and Public Health

Segreteria SIDeMaST, 20 Jul 2017 11:30

Argomenti: tatuaggio
Studio dell'Università di Perugia rivela rischi dei tatuaggi all'hennè

Belli, indolori e soprattutto "a tempo". I tatuaggi all'hennè sono ogni estate una forte tentazione soprattutto per bambini e adolescenti, una pratica in realtà che ha origini antichissime nei Paesi orientali e nell'Africa settentrionale. Ma a rivelarne il rischio per la pelle dei nostri bambini e ragazzi è uno studio realizzato dall'Università degli Studi di Perugia, recentemente pubblicato sulla rivista International Journal of Environmental Research and Public Health.

"L'uso di tatuaggi temporanei all'hennè - evidenzia la prof.ssa Susanna Esposito, professore ordinario dell'Università degli Studi di Perugia e presidente dell'Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici, WAidid - è ormai una moda molto diffusa nel nostro Paese soprattutto in estate. I tatuaggi sembrano innocui ma non lo sono. Da evidenze scientifiche emerge, infatti, che la sostanza chiamata para-fenilendiammina (Ppd) che spesso viene aggiunta all'hennè naturale per ottenere un colore più scuro e duraturo, per le sue caratteristiche molecolari può indurre sensibilizzazione cutanea con varie manifestazioni cliniche alle ri-esposizioni, tra cui la più comune è la dermatite allergica da contatto. Nelle persone allergiche al composto, in particolare, il tatuaggio temporaneo può scatenare reazioni violente con gonfiore e rossore, mentre in chi ha una pelle molto sensibile e delicata può dare origine a una dermatite irritativa più lieve, ma altrettanto fastidiosa".

Secondo i risultati emersi, nel 50% dei casi presi in esame i tatuaggi all'hennè provocano manifestazioni cutanee come prurito, eritemi, vescicole e bolle, orticarie, o reazioni sistemiche come linfoadenopatie e febbre entro uno o due giorni dalla prima applicazione; nel restante 50%, invece, i sintomi compaiono solo dopo un ritocco- mostrando quindi una sensibilizzazione cutanea alla para-fenilendiammina (Ppd) presente nell'hennè- fino a 72 ore dall'effettuazione del tatuaggio.

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