Non solo ‘reddito di cittadinanza’, ma anche un ‘reddito di salute’. Con l’obiettivo di introdurre “un sostegno economico mirato per le spese sanitarie pagate di tasca propria dai cittadini”. È la proposta che arriva da un convegno promosso alla Camera da Farefuturo, la fondazione presieduta dal senatore Adolfo Urso. L’idea del ‘reddito di salute’ andrebbe declinata, secondo i promotori, come componente del reddito di cittadinanza o “assegnando un ‘voucher di scopo’, con il quale finanziare un’assicurazione sociale integrativa - così come già avviene da anni in Francia - per tutti coloro che ancora non dispongono di una polizza o di un fondo sanitario”.
“Pagare di tasca propria le cure - sottolinea il portavoce della Fondazione - oltre a non essere sempre possibile, non conviene mai neppure a chi può permetterselo. Il conto è semplice da fare: se, come ci indicano i dati Istat, il costo medio sostenuto privatamente da ciascun cittadino italiano per le proprie cure è di 655 euro anche ammettendo che tutti si avvalgano della detrazione fiscale per spese sanitarie (pari al 19% della spesa) ciascuno di noi in media paga 530 euro all’anno per la propria salute.
Secondo ricerche di settore - ricorda la Fondazione - l’accesso alle cure private mediante una polizza o un fondo sanitario garantirebbero al cittadino un risparmio medio di quasi 245 euro considerando il differenziale medio tra costo della polizza/fondo”.
Aderire ad una forma sanitaria integrativa, grazie al supporto del ‘reddito di salute’ o del ‘voucher di scopo’ per l’assicurazione sociale integrativa, potrebbe costare al cittadino - secondo i numeri citati dalla Fondazione Farefuturo - poco più di 50 centesimi al giorno con una contestuale riduzione dei costi sostenuti per le cure pagate di tasca propria di oltre il 50%.
Lo Stato, invece, dovrebbe “ottimizzare i 3,5 miliardi di euro oggi dispersi nelle detrazioni per spese sanitari”e attivarsi per “recuperare le risorse dei fondi sociali europei”