Dermatologia / Rassegna stampa

Psoriasi, un concentrato di zenzero per bloccare le lesioni

Sostanze naturali ad attività antinfiammatoria contenute nella camomilla, nei carciofi e nello zenzero potrebbero contribuire a sconfiggere la psoriasi

Segreteria SIDeMaST, 20 Feb 2015 08:57

Argomenti: psoriasi infiammazione
Psoriasi, un concentrato di zenzero per bloccare le lesioni

Messa a punto una lozione naturale che pare in grado di fermare l’infiammazione alla base della malattia. Testata per ora solo su pochi pazienti, servono conferme.

Sostanze naturali ad attività antinfiammatoria contenute nella camomilla, nei carciofi e nello zenzero potrebbero contribuire a sconfiggere la psoriasi. L’ipotesi arriva da uno studio finanziato dalla National Psoriasis Foundation e dagli National Institutes of Health americani e condotto da Theoharis Theoharides della statunitense Tufts University, secondo i cui esiti in particolare due flavoinoidi (la luteolina e la metossiluteolina) sarebbero molto utili nel bloccare l’attività di determinate cellule che scatenano l’infiammazione alla base della malattia.

Come si scatena la psoriasi

La psoriasi si manifesta come un’infiammazione della pelle, solitamente di carattere cronico e recidivante e con lesioni che compaiono soprattutto su gomiti, ginocchia, cuoio capelluto, regione lombo-sacrale, mani e piedi. Tecnicamente la malattia è dovuta a un ricambio troppo veloce delle cellule della pelle: l’organismo produce in continuazione nuove cellule negli strati più profondi della cute. Queste cellule gradualmente si muovono verso l’alto finché non raggiungono la superficie. Nel frattempo, le cellule che in precedenza occupavano gli strati più esterni muoiono e sono eliminate attraverso un processo fisiologico di desquamazione. L’intero processo in una persona sana avviene in tre-quattro settimane. Nelle persone con psoriasi questo ricambio è molto più rapido (dai 3 ai 7 giorni). Come risultato di questo fenomeno raggiungono la superficie della pelle cellule che non sono completamente mature e ciò causa le tipiche placche della malattia. A cosa sia dovuta l’accelerazione di questo sistema di ricambio cellulare non è noto e ad oggi non esiste una cura definitiva, ma ci sono vari rimedi per tenere la malattia sotto controllo.

Lo studio

«I mastociti – scrivono i ricercatori americani – sono le cellule che scatenano un meccanismo infiammatorio a cascata che porta all’insorgere della psoriasi. La loro attività può essere innescata da infezioni, allergeni, fattori ambientali o stress e una volta dato il via alla catena di reazioni che coinvolge anche il sistema immunitario è assai difficile tornare indietro». Ma Theoharides e colleghi hanno scoperto che la luteolina (presente in camomilla e carciofi) può bloccare l’attività dei mastociti e che la metossiluteolina (particolarmente concentrata nello zenzero) è un’arma ancora più efficace e potente a questo scopo: questi flavonoidi riescono a inibire l’azione infiammatoria dei mastociti e anche a bloccare il processo iniziale d’infiammazione. «Partendo da questa costatazione – spiega Clara De Simone, ricercatrice presso l’Istituto di Dermatologia del Policlinico Gemelli di Roma – gli scienziati hanno successivamente messo a punto una lozione a base di metossiluteolina, creando appositamente un estratto concentrato da far assorbire sulla pelle, perché la quantità contenuta negli alimenti è minima e non si potrebbe ingerirne abbastanza per avere uno scopo terapeutico».

Già messa a punto una lozione naturale

La lozione (che contiene anche aloe vera, estratto d’oliva, olio di origano e miele, tutti componenti capaci di esplicare un effetto antinfiammatorio ed emolliente sulla cute) è già stata testata su un piccolo numero di pazienti con risultati promettenti e deve ora affrontare l’iter canonico di sperimentazione. «Senza escludere la possibilità che queste molecole possano rappresentare un rimedio effettivamente efficace nella terapia della psoriasi, occorre ricordare che la reale efficacia di qualunque sostanza ad attività terapeutica deve essere valutata in condizioni cliniche rigorose tramite studi controllati in doppio cieco, il che significa confrontando il farmaco con una sostanza inerte (placebo). Solo questo tipo di studi consente di verificare la reale efficacia dei farmaci e pertanto solo quando si avranno questo tipo di risultati relativi alle sostanze in questione, si potrà esprimere un parere obbiettivo rispetto alla loro efficacia come nuove opportunità terapeutiche nella psoriasi» conclude De Simone.

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