Dermatologia / Rassegna stampa

Psoriasi e gravidanza, attenzione a scegliere terapie senza rischi

Quando si aspetta un bambino è naturale chiedersi se i farmaci che si prendono possano danneggiare il feto o facciano crescere le probabilità di problemi durante la gravidanza o difetti alla nascita. Ma cosa fare nel caso di terapie indispensabili per la madre o che comunque non vanno interrotte per mantenere il controllo di una patologia cronica come la psoriasi?

Segreteria SIDeMaST, 26 Sep 2015 07:26

Argomenti: psoriasi gravidanza
Psoriasi e gravidanza, attenzione a scegliere terapie senza rischi

Alcune cure vanno sospese mesi prima del concepimento perché potrebbero causare danni al feto, altre sono compatibili con gestazione e allattamento

Quando si aspetta un bambino è naturale chiedersi se i farmaci che si prendono possano danneggiare il feto o facciano crescere le probabilità di problemi durante la gravidanza o difetti alla nascita. Ma cosa fare nel caso di terapie «indispensabili» per la madre o che comunque non vanno interrotte per mantenere il controllo di una patologia cronica come la psoriasi? Per rispondere a questa domanda bisogna conoscere il profilo di sicurezza della cura, con i possibili effetti collaterali, tenendo presente che molti dei trattamenti per questa patologia non sono stati specificatamente studiati in gestazione o allattamento. Ovvero in molti casi non esistono studi scientifici svolti su donne in attesa, che paragonino i problemi avuti durante la gestazione o per i neonati da chi ha o meno seguito una determinata terapia.

Alcune cure vanno sospese prima del concepimento

«Bisogna valutare il singolo caso ed è indispensabile parlare con il proprio dermatologo - spiega Patrizia Martini, direttore della Sezione Complessa di Dermatologia alla USL2 di Lucca -. Ci sono diverse opzioni sicure per madre e figlio che possono essere valutate, partendo comunque dalla gravità delle lesioni psoriasiche di cui soffre la paziente». Negli Stati Uniti, sul sito della National Psoriasis Foundation, vengono forniti dei consigli mirati, a partire dall'idea del concepimento, perché alcuni farmaci (comprese determinate creme) possono avere gravi conseguenze sulla salute del nascituro e bisognerebbe quindi sospenderli prima di provare ad avere un bambino. Chi si chiede poi se potrebbe trasmettere la malattia ai figli, deve tenere presente che ad oggi la psoriasi non è considerata una malattia ereditaria, ma fra le cause (ancora non del tutto note) la componente genetica gioca certo un ruolo importante. E dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità riportano che il rischio di un bambino di sviluppare la malattia è del 41 per cento se entrambi i genitori ne soffrono, del 14 se ne soffre solo uno dei due e del 6 per cento se già ne soffre un fratello o sorella.

Farmaci e creme, quali sono sicuri

«Come regola generale - continua Martini - possiamo dire che come prima linea di trattamento si possono adoperare creme emollienti, creme cortisoniche di media potenza e creme a base di calcipotriolo; nei casi medio-gravi è poi indicata la terapia con ultravioletti B a banda stretta (fototerapia), mentre l'assunzione di farmaci per via sistemica (ovvero quelle cure non topiche, applicate localmente, ma che invece interessano l'intero organismo, ndr) deve essere attentamente valutata. Particolare riflessione va posta per i farmaci a base di retinoidi (derivato della vitamina A) che non soltanto non devono essere usati durante la gravidanza, ma dovrebbero essere sospesi almeno due anni prima di programmarne una a causa del loro potenziale effetto collaterale di provocare malformazioni al feto». Per lo stesso motivo andrebbe evitato il metotrexate, che come i retinoidi viene generalmente prescritto a persone con una forma di psoriasi grave o intermedia e a chi soffre di artrite psoriasica. «Per le donne con forme gravi di psoriasi - conclude Martini - la ciclosporina utilizzata per brevi periodi può essere indicata nei casi in cui le future mamme non rispondono alla terapia locale e alla fototerapia. Anche i farmaci biologici di nuova generazione sono per ora sconsigliati in gravidanza, non tanto per un loro comprovato effetto sul feto ma per il fatto che non esistono sufficienti studi su donne in gravidanza».

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