Non far scoppiare le vesciche, scegliere con cura la crema, bere molto perché si rischia la disidratazione. E ricordarsi che la nostra pelle non «dimentica» le scottature
Le regole sono note: protezione adeguata, mai nelle ore più calde della giornata, meglio all'ombra. Eppure, quando il sole brilla e la voglia di abbronzarsi è tanta, finiscono nel dimenticatoio. Salvo poi batterci i pugni in testa se ci si scotta. Rossore, bruciore, vesciche, brividi, anche se la pelle è bollente, è il pegno da pagare per essersi esposti troppo e male ai raggi ultravioletti. Che fare? Come rimediare? Lo abbiamo chiesto al professor Nicola Mozzillo, direttore del Dipartimento di Chirurgia del Melanoma e Tessuti Molli dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Napoli, che ci ha dato sette dritte. E fatto una precisazione. «Un conto è l'arrossamento, che si risolve con qualche impacco fresco (no al ghiaccio!) e, se è il caso, una crema antistaminica. Diversa è la scottatura vera e propria, cui si va incontro se i raggi sono molto aggressivi, come ai Tropici. O se si hanno i capelli biondi, la pelle e gli occhi chiari e che si manifesta con la formazione delle classiche bolle o flittene, per dirla in termini scientifici» specifica l'esperto. Bene, noi partiamo da qui.
Vietato fare scoppiare le bolle
«È un errore che deve essere assolutamente evitato. Perché le bolle, che rappresentano un'ustione di secondo grado, sono un'ottima medicazione per la cute. Un ambiente protetto, per nulla inquinato, il cui siero è essenziale per la riepitelizzazione, cioè la formazione di nuovo tessuto cutaneo» spiega il professor Mozzillo.
Basta l'acqua del rubinetto
«Se la vescica scoppia da sola, bisogna eliminare con cautela la pellicina che forma la sua cupola, lavarla sotto l'acqua corrente e applicare poi una sostanza che la protegga: dalla crema agli spray o alle garze grasse. No all'olio d'oliva o al dentifricio, che appartengono alle fantasiose leggende metropolitane. Sì, invece, a un tuffo in mare, seguito da una bella doccia fresca» suggerisce l'esperto.
Occhio alla crema
«Stop a quelle creme che tra gli ingredienti hanno il petrolio, la benzocaina o la lidocaina. Il primo intrappola il calore nella pelle. Le altre due possono causare irritazioni. Meglio puntare su una pomata antistaminica» consiglia il professor Mozzillo.
Sì all'antinfiammatorio
«Se il dolore è forte, si può ricorrere a un farmaco antiinfiammatorio non steroideo, i cosiddetti Fans. Attenzione, però. Se da una parte questi rimedi aiutano a placare i rossori e il gonfiore, dall'altra creano problemi allo stomaco. Ecco perché vanno sempre assunti con criterio e sotto controllo medico» ricorda l'esperto.
Rischio disidratazione
«Chi ha una brutta scottatura, corre il rischio di disidratarsi. Questo accade perché le cellule cutanee colpite dai raggi ultravioletti rispondono al calore perdendo acqua. Da qui la necessità di bere qualche bicchiere (d'acqua!) in più» consiglia il professore.
Sotto i raggi con cautela
Sottile, rosata, ricca di vasi: così appare la pelle appena "nata". Esporla subito alle radiazioni solari vuol dire andare incontro ad altri problemi. Per ovviarli, è fondamentale coprirla con un abbigliamento ad hoc. E affidarsi a un'adeguata protezione solare» ricorda l'esperto.
La pelle non dimentica
È il caso dirlo: la pelle perdona la nostra incuria, ma non dimentica le scottature che gli abbiamo inferto. «Invecchiamento precoce, macchie, sono solo alcuni dei danni cui si va incontro. Il vero problema, e quello che dovrebbe fare riflettere tutte le volte che ci si delizia al sole, sono i tumori cutanei. Da quelli più "innocui" al terribile, e spesso incurabile, melanoma» conclude il professor Mozzillo.