Un caso su tre dipende da agenti fisici. Strofinamento, caldo, freddo, pressione, vibrazione o il sole possono provocare arrossamento, gonfiore e prurito della pelle. Focus al Congresso della Società Italiana di Dermatologia Allergologica Professionale e Ambientale (SIDAPA) in corso a Caserta. Picco di casi fra i più giovani.
È poco conosciuta ma è un problema frequente: sono circa 300 mila gli italiani al momento che soffrono di una delle varie forme di orticaria fisica, costretti a rifuggire il caldo o il freddo, una pressione sulla pelle leggermente più accentuata, lo strofinamento o il sole. Un terzo delle orticarie croniche dipende da agenti fisici e nel 60% dei casi colpisce le donne. Qualunque età può essere interessata, ma il picco è tra gli adolescenti e i giovani adulti: si stima che i più giovani affetti da orticaria fisica siano circa 200 mila ma di loro si parla pochissimo, nonostante la patologia comporti un deciso peggioramento nella qualità di vita. Questa la fotografia effettuata dagli esperti riuniti per il congresso nazionale della Società Italiana di Dermatologia Allergologica Professionale e Ambientale (SIDAPA), organizzato dalla Sezione di Dermatologia dell'Università Federico II di Napoli, a Caserta e che terminerà il 7 novembre.
"Le orticarie fisiche e quelle inducibili in genere - spiega Serena Lembo, ricercatrice di dermatologia all'Università Federico II di Napoli - rappresentano una fetta importante dell'orticaria cronica. Lo sono, per esempio, l'orticaria dermografica, nella quale basta strofinare la pelle per indurre la comparsa di un pomfo lineare, rosso e pruriginoso, tanto da riuscire quasi a 'scrivere' sulla cute; fanno parte delle orticarie fisiche anche quelle da freddo, da caldo e l'orticaria da pressione, che si manifesta con lesioni profonde che compaiono qualche ora dopo che la pelle è stata sottoposta a pressione intensa per esempio perché si è portata una borsa pesante. Ci sono poi l'orticaria solare, l'angioedema da vibrazione, l'orticaria colinergica, quella da semplice contatto, l'orticaria 'acquagenica' in cui i sintomi compaiono dopo essersi lavati o essere venuti a contatto con l'acqua. Sono tutte forme causate dall'interazione tra cute e un agente fisico, oppure inducibili da uno stimolo specifico o dall'esercizio fisico, come nel caso dell'orticaria colinergica".
La più frequente orticaria fisica è la dermografica: dura in media 6 anni e riguarda prima o poi nella vita fino al 4% della popolazione generale.
"Per questa, che è la più nota - precisa la dottoressa Lembo - esiste una familiarità e una correlazione con gli stress psicofisici, ma le cause che inducono le orticarie fisiche restano ancora per lo più ignote. I più colpiti sono i giovani, mentre negli adulti sono più diffuse altre forme di orticaria; i sintomi possono indurre imbarazzo e compromettere l'aspetto estetico, perciò riescono a essere fortemente invalidanti soprattutto in età adolescenziale. La fugacità delle manifestazioni, la cronicità ed il disagio provocato dal prurito rende i pazienti con orticaria fisica particolarmente 'intrattabili', insoddisfatti e spesso sfiduciati nei confronti del medico e delle sue indicazioni: è invece essenziale parlare al dermatologo dei sintomi senza timori e reticenze, perché quasi tutti i casi si risolvono spontaneamente col tempo, ma finché persistono i sintomi è doveroso curarli per non compromettere la qualità di vita".
Capire quale sia l'agente responsabile dell'orticaria fisica non è sempre semplice, ma spesso vi si può risalire con un'anamnesi dettagliata; la diagnosi, poi, va confermata con test di provocazione specifici, utili anche per individuare i non rari casi di orticaria fisica mista in cui più forme, ad esempio orticaria dermografica e da freddo, possono essere presenti nello stesso individuo.
"Si tratta - dichiara Cataldo Patruno, consigliere SIDAPA e presidente del congresso - di test che servono soprattutto per seguire il paziente nel tempo e capire se le terapie stiano avendo effetto. Parliamo, in particolare, di quelli con i quali è possibile valutare quantitativamente lo stimolo capace di indurre la reazione come il Temptest (per orticarie da freddo o da caldo, che valuta la soglia di temperatura in grado di scatenare la reazione cutanea) o il dermatografometro (che misura l'intensità dello strofinamento sulla pelle necessaria a dare i sintomi dell'orticaria dermografica).
In base alla tipologia di orticaria fisica e alle caratteristiche del paziente si individua il farmaco più adatto per la terapia.
"In genere - spiega il dottor Patruno - basta un antistaminico per ridurre sia pomfi che prurito e l'obiettivo è poter dare il medicinale a basse dosi perché la cura va protratta a lungo, per togliere i sintomi finché l'orticaria fisica non si sia risolta da sola. Non mettere la testa sotto la sabbia se la pelle si gonfia e si arrossa solo appoggiandosi al termosifone o se compaiono pomfi lineari semplicemente passando un'unghia sulla cute è importante per trovare sollievo e anche per non esporsi a rischi inutili: l'orticaria da freddo, per esempio, può portare anche a shock anafilattico se ci si immerge in acqua a bassa temperatura al mare o in piscina. Conoscere il problema e porvi rimedio per vivere senza fastidi è perciò doveroso, oltre che possibile".