Dermatologia / Rassegna stampa

MSD annuncia risultati positivi per lo studio clinico sull'uso di pembrolizumab rispetto alla chemioterapia nei pazienti con melanoma avanzato

Pembrolizumab ha dimostrato un'efficacia superiore rispetto alla chemioterapia per l'endpoint primario della sopravvivenza libera da progressione I risultati sono stati presentati per la prima volta al congresso internazionale 2014 della Society of Melanoma Research (SMR)

Segreteria SIDeMaST, 19 Nov 2014 05:13

MSD annuncia risultati positivi per lo studio clinico sull'uso di pembrolizumab rispetto alla chemioterapia nei pazienti con melanoma avanzato

MSD, conosciuta negli Stati Uniti e in Canada con il nome di Merck, ha oggi annunciato che un'analisi predeterminata di dati sperimentali di uno studio registrativo di fase 2 (KEYNOTE-002) ha dimostrato che pembrolizumab, la terapia anti PD-1 della casa farmaceutica, ha migliorato sostanzialmente l'endpoint primario della sopravvivenza libera da progressione (PFS valutata da revisori indipendenti in base ai criteri RECIST versione 1.1) (HR 0,57 e 0,50 per dosaggi rispettivamente da 2 mg/kg e 10 mg/kg somministrati ogni 3 settimane) rispetto alla chemioterapia (P<0,0001 per entrambe le comparazioni) nei pazienti con melanoma avanzato refrattario a ipilimumab (n=540).1 A sei mesi, le percentuali della PFS per pembrolizumab erano del 34% per il dosaggio da 2 mg/kg (95% CI, 27-41) (n=180) e del 38% per il dosaggio da 10 mg/kg (95% CI, 31-45) (n=181), rispetto al 16% ottenuto dalla chemioterapia (95% CI, 10-22) (n=179). La durata mediana del follow-up dell'analisi ad interim era di 10 mesi.

Questi risultati, inclusa l'analisi predeterminata della percentuale di risposta complessiva (ORR), la durata della risposta, la sicurezza e la qualità della vita correlata alla salute (HRQoL), sono stati presentati oggi nel corso di una sessione orale dal professor Dr. Antoni Ribas, specializzato in Oncoematologia e Chirurgia, e dal direttore del Tumor Immunology Program del Jonsson Comprehensive Cancer Center dell'università della California, a Los Angeles, durante il congresso internazionale 2014 della Society of Melanoma Research (SMR) a Zurigo, in Svizzera.

"Questi risultati dimostrano che pembrolizumab si è rivelato più efficace della chemioterapia nell'aiutare un maggior numero di pazienti con melanoma avanzato refrattario a ipilimumab a ottenere una sopravvivenza libera da progressione", ha dichiarato il Dr. Eric Rubin, vicepresidente dello sviluppo clinico globale per l'oncologia presso Merck Research Laboratories. "L'efficacia comparativa e i dati sulla sicurezza dallo studio registrativo KEYNOTE-002 confermano e ampliano i risultati del nostro precedente studio su questa malattia difficile da trattare. In un prossimo congresso condivideremo i dati sulla sopravvivenza globale".

Per l'analisi predeterminata della PFS non si sono osservate differenze significative tra i due dosaggi di pembrolizumab (HR 0,91, range 0,71-1,16) (P<0,44). Una valutazione della PFS effettuata dallo sperimentatore ha dimostrato la rispondenza dei dati con i risultati della valutazione principale. Gli effetti positivi di pembrolizumab sulla PFS, inoltre, risultavano omogenei in tutti i sottogruppi predeterminati.

Obiettivo dell'analisi predeterminata era la valutazione della superiorità sulla chemioterapia di uno dei due dosaggi di KEYTRUDA rispetto alla PFS (condotta dopo ? 270 eventi PFS con livello di significatività dello 0,25%) (unidirezionale) (HR stimato: 0,66). Co-endpoint primari dello studio erano la PFS e la sopravvivenza globale. La valutazione della sopravvivenza globale è prevista nel corso dell'analisi finale predeterminata nel 2015.

Ulteriori dati sull'efficacia e sulla sicurezza tratti dallo studio KEYNOTE-002

La percentuale di risposta globale (confermata) per pembrolizumab è stata da 5 a 6 volte superiore rispetto a quella della chemioterapia. Per pembrolizumab, la percentuale di risposta globale è stata del 21% con dosaggi di 2 mg/kg (95% CI, 15-28) e del 25% con dosaggi di 10 mg/kg (95% CI, 19-32), rispetto al 4% della chemioterapia (95% CI, 2-9) (P<0,0001 per entrambe le comparazioni). Al momento dell'analisi predeterminata non veniva raggiunta la durata mediana della risposta a pembrolizumab, e le risposte confermate erano parziali per il 92% dei pazienti a cui veniva somministrato il dosaggio da 2 mg/kg (range da 6+ a 50+) e per l'87% dei pazienti a cui veniva somministrato il dosaggio da 10 mg/kg (range da 5+ a 48+). La durata mediana della risposta era di 37 settimane per il gruppo sottoposto a chemioterapia, con il 63% delle risposte parziali (range da 7+ a 41). I due diversi dosaggi di pembrolizumab (P=0,21) non hanno fatto registrare differenze significative nella percentuale di risposta complessiva né nella durata della risposta.

In un'analisi investigativa predeterminata sulla qualità della vita correlata alla salute (HRQoL), i pazienti trattati con pembrolizumab hanno riferito un decremento significativamente inferiore dello stato di salute/qualità della vita rispetto a quelli trattati con chemioterapia (in base al questionario sugli aspetti fondamentali della qualità della vita, o "EORTC QLQ-C30", dell'organizzazione europea per la ricerca e il trattamento del cancro (EORTC). La variazione media dalla baseline alla settimana 12 (differenza nei minimi quadrati) per pembrolizumab rispetto alla chemioterapia era rispettivamente di 6,52 (P=0,011) per il dosaggio da 2 mg/kg e di 6,57 (p=0,009) per il dosaggio da 10 mg/kg.

L'incidenza degli eventi avversi ha confermato i dati precedentemente riferiti per pembrolizumab. Nonostante il prolungamento della durata mediana del trattamento, l'incidenza di eventi avversi correlati al trattamento di grado 3-5 è risultata inferiore con pembrolizumab nel dosaggio da 2 mg/kg (11%) e da 10 mg/kg (14%) rispetto al trattamento chemioterapico (26%). Eventi avversi gravi correlati al trattamento sono stati osservati per pembrolizumab nel dosaggio da 2 mg/kg (8%) e da 10 mg/kg (11%), e per la chemioterapia (10%). Gli eventi avversi di grado 3 immuno-correlati osservati per pembrolizumab per i diversi dosaggi includevano epatite (n=3), colite (n=2), polmonite (n=3), ipofisite (n=1) e irite o uveite (n=1). Non sono stati riferiti eventi avversi immuno-correlati di grado 4/5. Ha abbandonato la cura per eventi avversi valutati dai ricercatori e legati al trattamento il 3% dei pazienti che ha ricevuto pembrolizumab in dosaggio da 2 mg/kg e il 7% dei pazienti con dosaggio da 10 mg/kg, oltre al 6% dei pazienti sottoposti a chemioterapia. Si è registrato un decesso legato al trattamento con pembrolizumab, nessuno nel gruppo sottoposto a chemioterapia.

Informazioni sullo studio KEYNOTE-002

Pembrolizumab è un anticorpo monoclonale umanizzato che blocca l'interazione fra PD-1 e i suoi ligandi, PD-L1 e PD-L2. Legandosi al recettore PD-1 e bloccando l'interazione con i ligandi del recettore, pembrolizumab rilascia l'inibizione mediata dal pathway di PD-1 della risposta immunitaria, compresa la risposta immunitaria antitumorale.

La nostra attenzione ai tumori

Il nostro obiettivo è tradurre le scoperte scientifiche in innovazioni biomediche per aiutare le persone affette da tumori in tutto il mondo. Per noi di MSD Oncology aiutare le persone a combattere il cancro è una passione, sostenere l'accessibilità ai nostri farmaci antitumorali è un impegno, e perseguire la ricerca nell'immuno-oncologia è un punto di estrema attenzione, per portare potenzialmente nuova speranza alle persone affette da tumori. Per ulteriori informazioni sui nostri studi clinici visitare www.merck.com/clinicaltrials.

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