Una neoplasia che ogni anno colpisce in Italia oltre 12mila persone. Un convegno per fare il punto sullo stato delle terapie organizzato da Repubblica con l'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom). Appuntamento il 25 maggio al ministero della Salute. Paolo Ascierto, direttore della struttura complessa di oncologia medica e terapie innovative dell'Istituto nazionale tumori IRCCS "Fondazione G. Pascale" di Napoli, spiega quanto è diffusa la malattia e perché è importante parlarne
UNA NEOPLASIA che ogni anno colpisce in Italia oltre 12mila persone. È il melanoma, forma tumorale della pelle, silenziosa quanto pericolosa. Con l'obiettivo di sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza della prevenzione e informarla sullo stato della ricerca e delle terapie, Repubblica organizza un convegno con l'Associazione italiana d'oncologia medica (Aiom), che si terrà il 25 maggio nell'auditorium del ministero della Salute. Per parlare della malattia e anticipare i temi dell'evento, abbiamo intervistato Paolo Ascierto, direttore della Struttura complessa di oncologia medica e terapie innovative dell'Istituto nazionale tumori IRCCS "Fondazione Giovanni Pascale" di Napoli. Il primo avvertimento dell'esperto è già esplicito: "L'utilizzo delle lampade solari andrebbe trattato come il fumo di sigaretta".
I numeri del melanoma
"L'incidenza del melanoma - spiega Ascierto - è raddoppiata negli ultimi dieci anni. Basti pensare che nel 2006 i nuovi casi all'anno erano di circa sei/settemila e morivano di melanoma circa mille persone l'anno, mentre a oggi i nuovi casi per anno sono circa 12mila e muoiono circa 2mila persone l'anno. Purtroppo anche l'età media è diminuita; ciò significa che si ammalano più i giovani: vent'anni fa il melanoma colpiva in media adulti di 50-60 anni, adesso l'età media è di 40 anni circa; inoltre, rappresenta la prima causa di morte per neoplasia nei giovani tra i 20-30 anni".
Perché è importante parlarne?
"Perché la prevenzione rappresenta l'arma più efficace. E a questo scopo le abitudini di vita, tra cui l'esposizione solare, e la diagnosi precoce sono elementi essenziali. Il melanoma è anche considerato la malattia dei colletti bianchi: ovvero gli impiegati e dirigenti che vanno al mare per periodi limitati, 1 o 2 settimane, e prendono il sole in maniera concentrata non facendo attenzione nell'evitare scottature (eritema solare). Gli eritemi solari ripetuti sommano il danno che i raggi ultravioletti procurano al DNA dei melanociti (le cellule che producono melanina e che, trasformandosi, generano il melanoma) aumentando il rischio di melanoma".
Chi sono i soggetti più a rischio e quali i metodi di prevenzione?
"I più a rischio sono i soggetti con fototipo chiaro, cioè chi ha capelli biondi e occhi azzurri, che si abbronzano poco e si scottano facilmente. Tuttavia, non è possibile generalizzare. Infatti, si vedono spesso melanomi insorti in persone con fototipo più scuro sottolineando l'importanza di fattori predisponenti genetici. Inoltre, vanno protetti i bambini, che sono l'anello debole della catena. Questi non devono assolutamente essere esposti al sole per molto tempo e devono essere costantemente protetti con la crema solare. In generale, le norme di igiene solare consigliano di evitare il sole dalle 12 alle 16 (orario legale) ed utilizzare, prima e dopo tali orari, una crema ad alta protezione. Inoltre, andrebbero evitate le lampade abbronzanti. Uno studio dell'Agenzia internazionale della ricerca sul cancro (Iarc) ha evidenziato come l'utilizzo di lampade solare nei giovani al di sotto dei 30 anni aumenti del 75% il rischio di contrarre il melanoma: il loro utilizzo andrebbe trattato come il fumo di sigaretta".
Come sono migliorati gli strumenti diagnostici e terapeutici in questi ultimi anni?
"La diagnosi precoce è più facile con strumenti come il dermatoscopio che aiutano il dermatologo nella valutazione dei nei. Anche da un punto di vista terapeutico, nel melanoma avanzato, sia la target therapy che l'immunoterapia hanno mostrato risultati importanti nella cura del melanoma".
Oggi dal melanoma si guarisce? E quali sono i fattori che determinano una buona prognosi?
"L'intervento chirurgico di sola asportazione della lesione è in grado di guarire quei melanomi sottili che non hanno infiltrato i vasi linfatici e sanguigni sottostanti. Nel caso di melanomi metastatici, l'immunoterapia, al momento, è in grado di cronicizzare la malattia nel 20% dei casi. Questi risultati sono stati ottenuti con il trattamento con ipilimumab, un anticorpo immunomodulante in grado di stimolare le difese immunitarie rimuovendo dei freni inibitori che il melanoma utilizza per evitare l'effetto delle nostre difese. I nuovi farmaci anti-PD-1 quali il pembrolizumab sono più potenti dell'ipilimumab e sembrerebbero raddoppiare i casi di cronicizzazioni: dal 20% al 40%. Anche loro agiscono rimuovendo un freno inibitorio che il tumore attiva per evitare le difese immunitarie. Inoltre, questi farmaci hanno anche minori effetti collaterali".
Perché usare i filtri solari e come sceglierli?
"Ci sono degli studi che dimostrano l'utilità dei filtri solari nel prevenire il melanoma. I filtri da utilizzare sono quelli ad alta protezione (non inferiore a 50) e vanno applicati ogni due ore e dopo ogni bagno. Tuttavia, è sempre buona regola evitare il sole dalle 12 alle 16".
Uno studio recente ha ipotizzato responsabilità del finestrino del guidatore: proteggerebbe poco dai raggi UVA. Quali accorgimenti possiamo adottare in proposito?
"Non sarei così allarmista. D'altra parte, per avere effetti importanti nell'aumento del rischio di melanoma, bisognerebbe stare alla guida per giorni ed ore e, soprattutto, nella fascia oraria (13-15) a più alto rischio. A parte i camionisti e i tassisti, tutti gli altri non hanno queste abitudini e non mi risulta che il melanoma sia una malattia in aumento in tali categorie".