Dermatologia / Rassegna stampa

Melanoma, crescono le speranze per i pazienti più gravi

La sopravvivenza dei malati con malattia metastatica oggi può arrivare fino a 10 anni e non più pochi mesi

Segreteria SIDeMaST, 03 Oct 2013 05:04

Argomenti: melanoma ipilimumab
Melanoma, crescono le speranze per i pazienti più gravi

Buone notizie per i pazienti che soffrono di una forma grave e avanzata di melanoma, il più aggressivo tumore della pelle. Secondo i dati raccolti dal più ampio studio finora condotto sulla sopravvivenza di questi malati, chi è stato trattato con l'anticorpo monoclonale ipilimumab(in uso solo da pochi anni) ha possibilità di sopravvivenza che arrivano fino a 10 anni, mentre le speranze di vita in precedenza si fermavano a una manciata di mesi. «Sapevamo già che alcuni pazienti curati con questo medicinale sopravvivevano per lunghi periodi - ha spiegato l'autore della ricerca Stephen Hodi del Dana-Farber Cancer Institute di Boston (Usa) durante la sua presentazione al Congresso Europeo sul Cancro, che si chiude oggi ad Amsterdam. Ora abbiamo raccolto e analizzato i dati di 12 studi differenti, per un totale di circa 5mila malati trattati con il farmaco, ma non tutti facenti parte di una sperimentazione. Sebbene la sopravvivenza media di chi soffre di un melanoma in fase avanzata sia di circa un anno, ci siamo resi conto che non è poi trascurabile la percentuale di chi supera i tre anni e che, con i controlli del follow up, ci sono pazienti che sono ormai vicini ai 10 anni di sopravvivenza».

TENERE IL TUMORE SOTTO CONTROLLO A LUNGO - Il farmaco, che nel 2010 era stato salutato dagli esperti come «il primo passo avanti contro il melanoma dopo 30 anni», colpisce indirettamente il tumore stimolando il sistema immunitario del paziente a riconoscere e distruggere solo le cellule cancerogene. In particolare blocca un antigene (Ctla-4) associato ai linfociti T citotossici. Antigene che sopprime la normale risposta immunitaria. Bloccando la soppressione, riparte il sistema di difesa dell'organismo che torna efficiente nell'intercettare e distruggere cellule estranee, come quelle cancerogene. Secondo Alexander Eggermont, direttore generale dell'Institut Gustave Roussy Comprehensive Cancer Center (France), specializzato nella cura del melanoma, «lo studio dimostra chiaramente che questo medicinale può portare al controllo sul lungo periodo nei pazienti con melanoma metastatico».

6MILA CASI OGNI ANNO IN ITALIA - Ogni anno in Italia si diagnosticano all'incirca 6mila nuovi casi di melanoma e circa un terzo va incontro a diffusione metastatica «I farmaci registrati ed entrati in uso negli ultimi anni sono diversi - commenta Mario Santinami, responsabile della Struttura Melanomi e sarcomi dell'Istituto nazionale tumori di Milano -. Ipilimumab, appunto, più «lento» ad avere effetto, ma con risposte durature in circa il 20-25 per cento dei pazienti, cosa impensabile fino a pochi anni fa. E poi abbiamo l'altra famiglia di farmaci, gli inibitori di b-RAF con un'ottima efficacia, che appare però limitata per ora a circa 10 mesi. Poi è entrata in sperimentazione una molecola (anti PD1), che appare ancora più promettente. Nei pazienti con mutazione genetica e malattia metastatica ai linfonodi, si sta poi sperimentando l'inibitore di b-RAF in combinazione con MEK inibitore. Insomma, le aziende farmaceutiche hanno investito molto per lo sviluppo di nuovi farmaci nel melanoma e i risultati si vedono, resta purtroppo la preoccupazione per i costi elevati di queste nuove classi di farmaci, poco sostenibili dal welfare pubblico alla luce dell'attuale situazione economica».

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