In Lombardia sono almeno 400.000 le persone che convivono con la psoriasi, una patologia cronica della pelle che può insorgere a qualsiasi età, pregiudicando seriamente la qualità di vita dei pazienti e il cui controllo richiede trattamenti topici e sistemici di lunga durata. Una patologia spesso sottodiagnosticata e non adeguatamente trattata, soprattutto nella sua forma lieve-moderata, domani al centro dell'incontro "Psoriasi: la terapia interattiva". L'iniziativa, patrocinata dalle principali Società Scientifiche della Dermatologia nazionale, vede la partecipazione di importanti dermatologi lombardi, riuniti per valutare come migliorare l'approccio diagnostico e terapeutico, sulla base del principio della personalizzazione della cura.
Per quanto riguarda la diagnosi e i controlli, l'obiettivo è fare in modo che tutti i pazienti possano sottoporsi a indagini standardizzate: come ha indicato Gianfranco Altomare, Professor ordinario di Dermatologia all'Università degli Studi di Milano e Responsabile del Reparto di Dermatologia e Malattie a trasmissione sessuale presso l'Irccs Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, "è auspicabile che si arrivi a un'uniformità delle indagini da far eseguire al paziente: un approccio condiviso e univoco nella fase dei controlli diagnostici può essere infatti uno strumento per evitare le complicazioni, come ad esempio l'artrite, che la malattia psoriasica può comportare".
Un altro aspetto, presente soprattutto in Lombardia, è legato a una certa disomogeneità nella terapia della psoriasi lieve-moderata, che espone i pazienti lombardi a ricevere trattamenti di vecchia generazione.
È sempre più evidente che per raggiungere una reale efficacia, e dunque offrire maggior benessere ai pazienti psoriasici, è necessario un approccio terapeutico condiviso e personalizzato, per evitare a chi soffre di essere trattato con terapie superate e mal tollerate. "Raggiungere uno standard uniforme di cura non è un'operazione facile - ha commentato Altomare - anche se la scelta della terapia locale per la psoriasi lieve-moderata dovrebbe orientarsi verso quei trattamenti innovativi che hanno dimostrato maggiore efficacia e che, grazie a una più agevole applicazione, facilitano la continuità della cura".
Uno dei problemi principali nella gestione della psoriasi lieve-moderata è, infatti, proprio quello della mancata aderenza alle terapie topiche che può comportare un peggioramento della patologia. Come ha sottolineato Altomare, "i pazienti spesso sospendono l'applicazione di sostanze poco gradevoli e maneggevoli, come il catrame, che impediscono il normale svolgimento della vita sociale, o di altri prodotti come i retinoidi, che irritano la cute".
Altro obiettivo è dunque quello di assicurare che tutti i pazienti con psoriasi lieve-moderata abbiano accesso ai trattamenti topici di ultima generazione, indicati dalle recenti Linee Guida nazionali, più tollerabili ed efficaci, come l'associazione di vitamina D e corticosteroide, in forma di gel che può essere somministrato una sola volta al giorno, in modo rapido e agevole. «Il trattamento combinato di vitamina D e corticosteroide è una terapia che ha ridato vita ai pazienti psoriasici - ha affermato infatti Altomare - ed è sicuramente un'associazione vincente, che ha messo in secondo piano gli altri trattamenti topici". Del resto, la terapia topica, oltre al trattamento della psoriasi lieve-moderata, è spesso associata con successo anche alle terapie sistemiche, orali e iniettive come i moderni farmaci biologici, e alla fototerapia nella cura della forma moderata-grave.
Innovazione nella ricerca, efficacia diagnostica e personalizzazione della trattamenti sono finalmente diventate parole chiave anche per la psoriasi: un messaggio importante che permetterà ai pazienti di affrontare in modo più sereno l'impegno quotidiano della cura.