La psoriasi a placche colpisce il 2% della popolazione mondiale, circa 125 milioni di persone, oltre un terzo di questi pazienti soffre della forma da moderata a grave. É una malattia cronica caratterizzata da lesioni cutanee spesse ed estese, chiamate placche, note per causare prurito, desquamazione e dolore. La psoriasi è anche associata ad effetti psico-sociali e chi soffre della sua forma più grave è anche maggiormente esposto al rischio di morte per comorbilità, come malattie cardiovascolari e diabete.
Nei prossimi mesi verranno presentati ai più importanti congressi medici i risultati completi del programma di studio di Fase III su secukinumab, un anticorpo monoclonale umano che si lega selettivamente all'IL-17A, una citochina pro-infiammatoria chiave, e la neutralizza. É il primo farmaco che ha l'interleuchina 17A come bersaglio ed è il più vasto intrapreso fino ad oggi sulla psoriasi. L'interleuchina 17A (proteina messaggera) è centrale nello sviluppo della psoriasi, si trova in concentrazione elevata nella pelle colpita da questa malattia. La ricerca dimostra che è possibile condizionare lo stimolo della risposta autoimmune dell'organismo nelle patologie come la psoriasi a placche. Proseguono gli studi per un possibile impiego anche nell' artrite psoriasica, spondilite anchilosante e artrite reumatoide.
I primi risultati dello studio, annunciati da Novartis, dimostrano l'efficacia di questa molecola che ha raggiunto tutti gli endpoint primari e secondari, nella risoluzione delle lesioni cutanee. Il 40-50% delle persone che convivono con la psoriasi a placche non è soddisfatto dalle terapie attuali, da ciò l'importanza di nuove cure che agiscano in modo più rapido nel sollievo dal dolore.