Dermatologia / Rassegna stampa

La pelle è il tuo vestito più bello, campagna per conoscere la psoriasi

Progetto con l'Istituto Europeo di Design per sfatare i falsi miti, soprattutto legati alla contagiosità della malattia. Due concorsi, per studenti e per il pubblico

Segreteria SIDeMaST, 26 Sep 2016 10:59

La pelle è il tuo vestito più bello, campagna per conoscere la psoriasi

«La pelle è il tuo abito più bello». Vestirsi è un gesto che si compie ogni giorno; a volte distrattamente, altre volte programmandolo con grande cura e anticipo, come quando c'è un'occasione speciale. C'è un "vestito" però che non si toglie mai: la pelle. Un abito di cui ci si deve prendere cura, in particolare quando porta i segni di una patologia. Come la psoriasi, cui è dedicato un progetto di Novartis e Istituto Europeo di Design, «ClearSkin Lovers», che vuole richiamare l'attenzione sulla malattia e sfatare i falsi miti legati alla sua contagiosità. Grazie a nuove terapie, per chi soffre di psoriasi si apre una prospettiva nuova: avere una pelle "pulita", libera da lesioni. «ClearSkin Lovers» vuole legare questo concetto al mondo creativo della moda.

Due concorsi

Negli atelier di moda dell'Istituto Europeo di Design si terrà un contest creativo per gli studenti, chiamati a creare abiti e accessori ad hoc. E' online un concorso per il pubblico che può interagire con gli studenti in gara, ispirandoli nella creazione dei modelli con foto e commenti sugli abiti, tessuti preferiti e sui must-have del guardaroba «ClearSkin Lovers». Duplice è anche l'assegnazione di premi: due borse di studio per altrettanti giovani stilisti che realizzeranno i migliori bozzetti. Per l'utente del pubblico che avrà contribuito in modo più attivo e creativo al dialogo con gli studenti, il premio sarà un master nel weekend.

Stress e frustrazione

«La psoriasi colpisce indistintamente uomini e donne e può comparire a qualsiasi età - chiarisce Giampiero Girolomoni, direttore Dermatologia dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona -. Può influenzare la vita giornaliera di quanti ne sono affetti, provocando stress, rabbia, frustrazione, sensazione di imbarazzo e malessere fisico. L'esigenza primaria dei pazienti è proprio quella di avere una migliore qualità di vita e una pelle pulita del tutto o quasi del tutto dalle lesioni e oggi, grazie ai farmaci biotecnologici di ultima generazione, è possibile ottenerla». Ma cosa indossare se si è affetti da psoriasi? «Alcuni tessuti possono contribuire a peggiorare lo stato di irritazione e di infiammazione della pelle - spiega Antonio Cristaudo, presidente ADOI (Associazione dermatologi ospedalieri italiani) e direttore Dermatologia Infettivologica e Allergologica all'Istituto San Gallicano di Roma -. Il mio consiglio è quello di indossare capi di cotone piuttosto comodi, intimo compreso, evitando tessuti sintetici o indumenti stretti che possono causare lo strofinamento delle placche psoriasiche con peggioramento delle lesioni e aumento del prurito. Un valido aiuto per i pazienti è rappresentato dai cosiddetti 'tessuti intelligentì che eliminano l'attrito, non assorbono creme e unguenti e consentono una maggiore traspirazione».

Non è contagiosa

«Abbiamo ideato "ClearSkin Lovers" per parlare sì di psoriasi ma soprattutto per dire che una pelle libera dalle lesioni ora è possibile - spiega Gaia Panina, head of Immunology Dermatology Franchise di Novartis -. Siamo convinti che questa iniziativa contribuisca a ridurre i pregiudizi nei confronti delle persone con psoriasi e continuiamo a lavorare a fianco di A.DI.PSO. e delle società scientifiche investendo in ricerca per fornire ai pazienti nuove opportunità terapeutiche». «Siamo quotidianamente impegnati a combattere i pregiudizi - aggiunge Mara Maccarone, presidente A.DI.PSO. (Associazione per la difesa degli psoriasici) -: in particolare il tema della contagiosità. Abbiamo quindi aderito con piacere a questo progetto perché il gesto quotidiano del vestirsi è un modo per parlare a tutti apertamente e per sfatare i falsi miti relativi a questa patologia che, solo in Italia, colpisce circa 1 milione e mezzo di persone».

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