Dermatologia / Rassegna stampa

La dermatite atopica dei bambini cambia nome (e terapie)

Negli ultimi anni la dermatite atopica nei bambini è letteralmente "esplosa": secondo le stime la frequenza è più che raddoppiata in trent'anni, addirittura triplicata nelle aeree maggiormente industrializzate.

Segreteria SIDeMaST, 18 Jul 2014 01:09

La dermatite atopica dei bambini cambia nome (e terapie)

Si chiamerà «eczema costituzionale» perché dipende da un'alterazione della funzione di barriera della cute e non dalle allergie, che ne sono una conseguenza

Negli ultimi anni la dermatite atopica nei bambini è letteralmente "esplosa": secondo le stime la frequenza è più che raddoppiata in trent'anni, addirittura triplicata nelle aeree maggiormente industrializzate. Così oggi sono circa un milione i bimbi italiani alle prese con la pelle che si arrossa e prude: il 20-30 per cento delle visite dal pediatra è dovuto a problemi cutanei, per lo più proprio per una dermatite atopica. Che però sembra destinata a cambiare nome divenendo "eczema costituzionale", come hanno spiegato i pediatri riuniti per l'International Pediatric Workshop di San Pietroburgo, promosso dall'Osservatorio Nazionale sulla salute dell'infanzia e dell'adolescenza Paidòss.

Il problema è genetico

«Negli ultimi tempi, anche rianalizzando i dati degli studi scientifici più recenti, abbiamo capito che il fulcro del problema è la pelle stessa e non l'allergia, che finora abbiamo sempre ritenuto al centro del processo che porta alla dermatite atopica - spiega Giuseppe Mele, presidente Paidòss -. Non a caso spesso, quando si vanno a fare le prove allergiche agli allergeni più comuni, dal latte al pelo di animale, dai pollini alla polvere, nei piccoli con dermatite non si trova niente. Il disturbo, infatti, è "costituzionale", ereditario: è la cute a essere al centro di un processo infiammatorio, per una predisposizione insita nei geni che poi porta a rispondere ad agenti fisici irritativi». Infatti se un genitore ha una manifestazione atopica nel 60 per cento dei casi potrà esserne affetto anche il figlio, percentuale che aumenta fino all'80 per cento se entrambi i genitori hanno la patologia, mentre in una famiglia non atopica la probabilità che ne venga colpito il bambino è di circa il 20 per cento.

Serve un approccio diverso

Questa diversa prospettiva cambia non poco le carte in tavola: per molto tempo, credendo che alla base della dermatite vi fossero allergie che non si riuscivano a riconoscere, i bambini con questo disturbo sono stati messi a dieta eliminando latte, uova o altri cibi spesso allergizzanti senza però ottenere risultati. La pelle atopica invece "nasce" così, con una funzione di barriera alterata che lascia passare gli allergeni favorendo così la comparsa di allergie che sono la conseguenza e non la causa del problema cutaneo: il contrario di quanto si pensava in passato, per cui i test allergici non servono, occorre piuttosto ripristinare e proteggere la funzione di barriera della cute. «No quindi a esclusioni alimentari, sì all'utilizzo di prodotti emollienti per uso locale non cortisonici, finora considerati solo complementari alla terapia», osserva Mele. A settembre, durante il primo Forum internazionale di Paidòss che si terrà a Napoli, saranno presentate le prime linee guida italiane sull'eczema costituzionale; nel frattempo le linee guida europee dell'European Academy of Allergy and Clinical Immunology (EAACI), oltre a raccomandare di evitare ciò che può irritare la pelle (come detergenti forti, profumi e prodotti per l'igiene personale che contengono alcol, indumenti in lana o fibre sintetiche), sottolineano con forza che non esiste una dieta "approvata" per la dermatite atopica: le restrizioni dietetiche sono raccomandate se è solo se sia stata posta un'effettiva diagnosi di allergia alimentare. In tutti gli altri casi togliere cibi potenzialmente pericolosi non metterebbe al riparo dalla dermatite e potrebbe anzi esporre a carenze nutrizionali. La buona notizia? Spesso basta avere solo un po' di pazienza: crescendo la maggioranza dei casi si risolve, tanto che la dermatite atopica riguarda solo l'1-3 per cento della popolazione adulta.

  • keyboard-arrow-right Fonte Corriere della Sera
  • keyboard-arrow-right Autori Elena Meli
  • keyboard-arrow-right Link fonte Link articolo originale

Articoli collegati