Dermatologia / Rassegna stampa

La cellulite si vince a tavola

Il nemico è proprio nel tessuto adiposo che, quando è in eccesso, è come un organo che scatena l’infiammazione, e non è solo un serbatoio passivo. Per questo, la dieta deve puntare a depurare, rendendo meno acido il corpo

Segreteria SIDeMaST, 23 May 2012 02:04

Argomenti: cellulite
La cellulite si vince a tavola

Per chi sperava di evitare le rinunce, arriva una brutta notizia. Oggi la cellulite si vince anche e soprattutto a tavola. Specie quando la pelle a buccia d'arancia, problema che interessa circa 24 milioni di italiane, non provoca dolori. «Fino ad oggi si è considerata l'insufficienza venosa come principale causa del disturbo» spiega Emanuele Bartoletti, segretario della Società Italiana di Medicina estetica «ma molte nuove ricerche italiane e internazionali dimostrano che è il tessuto adiposo a infiammare i tessuti e a innescare le trasformazioni della pelle». Una per tutte, quella dell'Università di Ferrara, condotta da Pasquale Motolese, che accerta la presenza del ferro nel tessuto adiposo superficiale, fra i responsabili della cellulite.

Il nemico, quindi, è proprio nel tessuto adiposo che, quando è in eccesso, è come un organo che scatena l'infiammazione, e non è solo un serbatoio passivo. Per questo, la dieta deve puntare a depurare, rendendo meno "acido" il corpo. A dare i consigli per le tante che si preparano alla prova costume è Pierantonio Bacci, docente di medicina estetica all'Università di Siena, che ieri ha lanciato questa teoria a Roma, in occasione del Congresso della Società Italiana di Medicina Estetica. La cellulite, quindi, non va più considerata solo un problema legato all'insufficienza di vene e vasi linfatici. In questa logica, l'alimentazione diventa un fattore fondamentale. «Il danno cellulare può essere dovuto a un eccesso di zuccheri, o di radicali liberi, a stasi dei linfatici, all'aumento del tessuto adiposo per effetto degli ormoni» spiega Bacci «queste sono tutte condizioni e concause che possono portare a una riduzione della microcircolazione arteriosa e quindi alla riduzione della respirazione del mitocondrio cellulare, che è l'anima energetica del tessuto e della cellula. Così nascono l'infiammazione, la fibrosi e le alterazioni del tessuto adiposo».

Sul fronte dell'alimentazione, secondo Bacci, occorre che la dieta parta da una completa depurazione dell'organismo per 15-20 giorni. Questa "pulizia" è alla base di tutto. La parola d'ordine è diminuire l'acidificazione dell'organismo con uno schema alimentare personalizzato che preveda un aumento delle proteine oltre a un calo dell'apporto in zuccheri semplici e complessi come pane, pasta e simili: che, in pratica, abbia una funzione alcalinizzante. L'ideale è privilegiare la prima colazione, che deve essere da re, lasciando le proteine per la cena, obbligatoriamente leggera.

L'importante è che non ci si limiti a curare l'inestetismo, ma si riconoscano tutte le cause del fenomeno. Per giungere a una diagnosi si devono effettuare controlli del piede, esami ormonali, test per valutare la glicemia. Poi si può partire con le cure che prevedono caso per caso la sola dieta, il massaggio linfodrenante, l'uso del plantare, la carbossiterapia, la mesoterapia, oltre ovviamente a trattamenti integrati. I piedi, in particolare possono, dare altre indicazioni: «Un gruppo di persone con cellulite presenta i piedi gonfi, l'altro ha la cellulite ma non ha questo disturbo» fa sapere Bacci «nel primo caso il problema è un lipolinfedema, cioè una cellulite con insufficienza veno-linfatica, l'altro gruppo invece è affetto da lipoedema, causato da problemi endocrino-metabolici, ed è caratteristico ad esempio dalle giovani con cellulite alla coscia, senza problemi al piede e quindi senza insufficienza veno-linfatica». In sostanza, la prima è una patologia vascolare, l'altra no. Per cui, dice ancora Bacci «le pazienti affette da insufficienza veno-linfatica vanno trattate con linfodrenaggio manuale e mesoterapia. L'altro gruppo deve ridurre l'eccesso di zuccheri e utilizzare altre tecniche, ricorrendo alla liposcultura».

Allo stesso modo è fondamentale capire se la buccia d'arancia fa male. Molte donne lamentano dolori alle gambe. In questo caso ci può essere un processo infiammatorio e una fibrosi: qui, secondo Bacci, funzionano bene la carbossiterapia, le luci, i campi magnetici. Altre donne hanno una cellulite "non dolorosa". In questo caso il problema sarà legato ad un eccesso di tessuto adiposo. Meglio quindi puntare sulla dieta, sul massaggio, sulle radiofrequenze, e su altre tecniche mirate in un approccio integrato.

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