Cartella clinica, telemedicina, app, dispositivi indossabili, intelligenza artificiale e big data: la digitalizzazione della sanità migliora la vita dei pazienti, soprattutto di quelli con malattie croniche, che in Italia rappresentano circa il 40% della popolazione. Ma è ancora un settore in cui l'Italia non investe a sufficienza. Il nostro Paese è infatti fanalino di coda in Europa, con una spesa procapite di circa 22 euro a testa.
È quanto emerso dal convegno “Gestione del paziente cronico nell’era della digitalizzazione”, che si è svolto a Roma, a Palazzo Giustiniani, su iniziativa di Fondazione Roche. Secondo i dati dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano, la spesa per la sanità digitale nel nostro Paese ammonta complessivamente a 1,3 miliardi di euro (dati 2017), pari a circa 22 euro per cittadino.
“Si tratta di un dato che pone l’Italia in posizioni di retroguardia - ha detto Paolo Locatelli, responsabile scientifico dell'Osservatorio -. Nazioni a noi vicine 'spendono' quasi il doppio o il triplo: 60 euro per cittadino la Gran Bretagna e 40 euro la Francia. Senza considerare i valori di Paesi scandinavi come la Danimarca, che investe 70 euro procapite”.