L’infiammazione Subclinica Nella Psoriasi
L’infiammazione subclinica della cute psoriasica pre- e post-lesionali: un nuovo ambito di intervento
Segreteria SIDeMaST, 15 Oct 2020 08:12
L’infiammazione subclinica della cute psoriasica pre- e post-lesionali: un nuovo ambito di intervento
Segreteria SIDeMaST, 15 Oct 2020 08:12
La psoriasi è una frequente patologia cutanea cronica ad eziopatogenesi immuno-mediata, ed ad andamento cronico-recidivante.1
Cheratinociti, cellule dendritiche e linfociti T svolgono un ruolo patogenetico fondamentale.2
Fattori ambientali interagiscono coi cheratinociti, che attivano le cellule dendritiche nel derma. Sono fenomeni che avvengono nella cute così detta “pre-psoriasica,” prima ancora della comparsa della placca tipica della malattia.1
Successivamente i linfociti attivati rilasciano una serie di mediatori (IL-17, TNF-alpha, IL-22, IFN-gamma) responsabili dell’iperproliferazione cheratinocitaria che caratterizza le placche (cute lesionale), e dell’infiammazione cutanea tipica della psoriasi.1
E’ stato osservato che le placche di psoriasi recidivano spesso nelle aree cutanee che erano state precedentemente colpite, come se fosse impressa nella cute una specie di “memoria immunologica” durante la fase attiva, che viene mantenuta dopo la remissione clinica.
Questo fenomeno potrebbe essere dovuto ad uno stato di infiammazione subclinica nella cute psoriasica post lesionale.
Studi genetici, hanno mostrato che alcuni geni pro-infiammatori rimangono sovra-espressi in queste aree, anche dopo la risoluzione clinica delle lesioni.3,4
La infiammazione sub clinica è sostenuta dai “linfociti T di memoria residenti nei tessuti” che sono a riposo, ma pronti a riattivarsi e a favorire la recidiva delle lesioni psoriasiche da aree precedentemente affette.4,5 Tali linfociti sono stati visualizzati mediante PET e fluorescenza ottica.8
La presenza di uno stato di infiammazione subclinica potrebbe articolare la strategia terapeutica in due fasi: la prima mirata a neutralizzare le interleuchine della fase attiva; la seconda diretta al controllo dei “linfociti T di memoria residenti nei tessuti” anche attraverso interventi topici.5
La sfida da raccogliere è l’individuazione di nuove molecole in grado di agire sull’infiammazione sub-clinica.