Dermatologia / Rassegna stampa

Idrosadenite, un'infiammazione dolorosa con cure diverse a seconda della gravità

Noduli, pustole, ascessi e fistole di dimensioni ed estensione variabili, che si localizzano a livello delle «pieghe del corpo», per esempio sotto le ascelle o nella regione inguinale, possono essere dovuti all’idrosadenite suppurativa, una malattia infiammatoria a carico del follicolo pilifero terminale.

Segreteria SIDeMaST, 16 Jan 2017 03:38

Idrosadenite, un'infiammazione dolorosa con cure diverse a seconda della gravità

Colpisce soprattutto le donne

Secondo studi recenti le lesioni della pelle associate all'idrosadenite sono favorite dall'ostruzione e dal danneggiamento dei follicoli piliferi terminali, a cui fa seguito una reazione infiammatoria nelle zone più ricche di ghiandole apocrine. La fascia di età in cui è più tipico lo sviluppo dell'idrosadenite suppurativa è tra i 20 e i 30 anni e le persone colpite in Italia (in prevalenza donne) sono tra l'1 e il 4% della popolazione.

L'idrosadenite suppurativa (HS) rappresenta per chi ne soffre un vero dramma, a causa delle pesanti ricadute fisiche e psicologiche. Non solo, spesso i pazienti si sentono stanchi e frustrati anche a causa di un mancato riconoscimento sociale della patologia.

Per promuovere una maggiore informazione, AbbVie, in collaborazione con l'associazione Inversa Onlus, ha lanciato la campagna «HS - Dona i Tuoi Amici», con una pagina Facebook, una landing page e un video.

Chiunque abbia un profilo Facebook può accedere a una specifica app "donaituoiamici" che consente di scegliere gli amici a cui far pervenire le informazioni sull'HS.

Piccoli noduli alle ascelle o nell'inguine

L'idrosadenite suppurativa è caratterizzata dalla presenza di pustole, fistole, noduli, ascessi e cicatrici la cui comparsa si ripete nel tempo. Spesso all'inizio la malattia si manifesta con piccoli noduli arrossati e dolorosi alle ascelle o alla regione inguinale. In alcuni casi ci può essere un peggioramento e possono crearsi diversi tragitti fistolosi e ascessi, con possibile fuoriuscita di pus.

Forme lievi: uno o più piccoli noduli infiammatori isolati. A volte vengono erroneamente diagnosticati come follicolite o acne.

Forme moderate: Più noduli infiammatori colpiscono in maniera persistente o ricorrente la stessa sede, con presenza di fistole e tessuto cicatriziale.

Forme gravi: placche infiltrate, con numerosi tragitti fistolosi collegati fra loro, che possono causare la formazione di cicatrici e la fuoriuscita di pus.

Come viene fatta la diagnosi

Le parti più colpite sono pieghe del corpo: inguine, ascelle, regione perianale, genitale e infra-mammaria. Talvolta la malattia può interessare anche cuoio capelluto, tronco, glutei, pube. La diagnosi si basa sul riscontro delle tipiche lesioni cutanee, sulla loro localizzazione elettiva a livello delle pieghe del corpo e sulla storia personale.

È molto importante distinguerla da altre malattie dermatologiche che talvolta possono presentarsi in modo simile (acne grave, foruncolosi, follicoliti, cisti infiammate). Talvolta si ricorre anche a indagini strumentali, prima tra tutte l'ecografia cutanea con specifiche sonde, che consente un'adeguata stadiazione, evidenziando aspetti ancora non visibili sulla cute.

I fattori di rischio le aggravanti

Sono diversi i fattori in grado di favorire la comparsa o il peggioramento dell'idrosadenite. I principali sono: predisposizione genetica; fumo di sigaretta; variazioni ormonali (peggioramento nel periodo pre-mestruale, comparsa frequente dopo la pubertà, miglioramento durante la gravidanza); sesso femminile (rischio da 2 a 5 volte superiore rispetto agli uomini); obesità; occlusione/frizione/macerazione delle aree interessate.

Le possibili cure

Per ora non sono disponibili terapie risolutive, ma si può cercare di attenuare i disturbi e di limitare i danni con strategie differenti a seconda della gravità e delle caratteristiche delle lesioni. All'inizio in genere si ricorre a farmaci topici (resorcinolo, clindamicina) e sistemici tradizionali (antibiotici, corticosteroidi, retinoidi).

Se questo approccio non porta a risultati, si può considerare il ricorso all'adalimumab, un farmaco biologico approvato di recente in Italia per il trattamento di questa malattia, in associazione a terapie fisico-chirurgiche varie (laser, escissione chirurgica).

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