L'aggiunta del vaccino sublinguale per gli acari della polvere (Slit) alla terapia farmacologica di mantenimento ritarda la presentazione della prima riacutizzazione durante la riduzione dello steroide inalatorio tra gli adulti con allergia agli acari non ben controllata, secondo uno studio pubblicato su Jama. «L'asma bronchiale è un grave problema di salute globale, e la sensibilizzazione agli acari della polvere è presente in oltre la metà degli asmatici» esordisce il coautore dell'articolo Christian Virchow dell'Università di Rostock in Germania, ricordando che la Slit è una potenziale opzione di trattamento in questi pazienti. Tanto che gli autori ne hanno sperimentato l'efficacia in 834 adulti con asma da acari non ben controllata nonostante la terapia con broncodilatatori e steroidi inalatori, assegnati in modo casuale ad assumere placebo o Slit in un trial condotto in 109 siti europei.
«L'efficacia dell'immunoterapia sublinguale è stata valutata nell'arco di sei mesi di follow-up, periodo in cui gli steroidi inalatori sono stati progressivamente ridotti e poi sospesi» scrivono gli autori, precisando che di 834 pazienti, 693 hanno completato lo studio. A conti fatti i ricercatori hanno scoperto che la Slit ha ridotto significativamente il rischio di esacerbazione dell'asma moderata o grave rispetto al placebo in assenza di gravi reazioni allergiche sistemiche. «A nostra conoscenza questo è il primo studio randomizzato e controllato a dimostrare che negli adulti con asma da acari non ben controllata dai farmaci di mantenimento l'aggiunta della Slit migliora il controllo della malattia» riprende Virchow, spiegando che servono comunque ulteriori studi per valutarne l'efficacia e la sicurezza a lungo termine.
E in un editoriale di accompagnamento Robert Wood della Johns Hopkins University School of Medicine a Baltimora, commenta: «Questi risultati contribuiscono a dimostrare l'efficacia dell'immunoterapia, ma le ricerche sull'argomento continuano con l'obiettivo non solo di ottimizzare il regime della Slit in relazione al controllo dell'asma in ogni paziente, ma di utilizzare in futuro biomarcatori specifici per personalizzarne ulteriormente l'uso».