Dermatologia / Rassegna stampa

Artrite reumatoide: un bersaglio innovativo per una nuova classe di farmaci

Le cellule direttamente responsabili del danno articolare nell'artrite reumatoide sono il bersaglio farmacologico identificato dai ricercatori del La Jolla institute for allergy and immunology in collaborazione con i colleghi della University of California a San Diego

Segreteria SIDeMaST, 28 May 2015 07:51

Argomenti: artrite reumatoide
Artrite reumatoide: un bersaglio innovativo per una nuova classe di farmaci

Le cellule direttamente responsabili del danno articolare nell'artrite reumatoide sono il bersaglio farmacologico identificato dai ricercatori del La Jolla institute for allergy and immunology in collaborazione con i colleghi della University of California a San Diego.

I loro risultati, pubblicati su Science translational medicine, potrebbero aprire la strada a nuovi farmaci da usare nei pazienti che non rispondono alle cure disponibili. «Sfortunatamente, nel 40% dei pazienti con artrite reumatoide le terapie immunitarie non sono sufficienti alla piena remissione» esordisce Nunzio Bottini, professore associato di medicina a San Diego e coautore dell'articolo, ricordando che l'artrite reumatoide è una malattia autoimmune che colpisce le articolazioni in modo spesso invalidante e doloroso.

L'attacco autoimmunitario porta a processi infiammatori che coinvolgono le cosiddette Fls, synoviocytes fibroblast-like, cellule specializzate che in condizioni normali riparano e lubrificano i giunti articolari. Ma una volta attivate dall'infiammazione, queste cellule invadono la cartilagine circostante e secernono enzimi ad azione litica, innescando la distruzione ossea. «E anche controllando l'infiammazione con le attuali terapie, i danni strutturali a lungo termine non vengono necessariamente arrestati, in quanto i sinoviociti continuano a causare danni» riprende il ricercatore, sottolineando che al momento non esistono cure specifiche contro questa sottopopolazione cellulare.

Il comportamento delle Fls è governato da segnali intracellulari a cascata che si basano su modifiche della fosforilazione da cui dipende lo stato di attivazione. E i ricercatori hanno scoperto che un enzima noto come Rptp-sigma, Receptor protein tyrosine phosphatase sigma, espresso sulla superficie dei sinoviociti, resta inattivo se legato a molecole specifiche dette proteoglicani. Ma se il legame si rompe, Rptp-sigma si attiva esercitando un'azione inibitoria sull'aggressività delle Fls nei confronti della cartilagine dell'articolazione. «L'attivazione di Rptp-sigma ci offre uno strumento con il quale regolare la migrazione e l'aggressività di sinoviociti nell'artrite reumatoide» precisa Bottini, che assieme ai colleghi sta esplorando modelli preclinici di farmaci biologici mirati sulle Fls.

«L'obiettivo è di usare tali farmaci in associazione agli immunosoppressivi come methotrexate o anti-Tnf, per affrontare in modo completo i tre aspetti della malattia: infiammazione articolare, danno cartilagineo e danno osseo» concludono gli autori.

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