Sospendere i farmaci biologici in modo sicuro nei pazienti con artrite reumatoide e artrite psoriasica, senza rischio di ricadute, è possibile. A sostenerlo sono gli esperti della Facoltà di Medicina e chirurgia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore e della Fondazione Policlinico Gemelli di Roma, che hanno definito un metodo con il quale tutelare i malati e consentire un risparmio al Servizio sanitario nazionale. I ricercatori, guidati da Gianfranco Ferraccioli, ordinario di Reumatologia all'Università Cattolica e direttore dell'Unità Operativa di Reumatologia al Gemelli, hanno illustrato la loro scoperta nello studio pubblicato sulla rivista Annals Rheumatic Diseases.
Stando alle loro conclusioni, per l'artrite reumatoide si può decidere di sospendere la terapia se il paziente non presenta più i sintomi e l'ecografia non evidenzia danni alle articolazioni. Per l'artrite psoriasica, invece, è necessario eseguire una biopsia della membrana interna alle articolazioni per capire se il paziente è davvero in remissione.
Malattia infiammatoria progressiva
L'artrite reumatoide è una malattia infiammatoria progressiva che interessa primariamente le articolazioni e coinvolge tutti gli organi e apparati causando anche una riduzione dell'aspettativa di vita. Affligge più frequentemente le donne, insorgendo più spesso tra i 40 e i 50 anni.
La base della malattia è una reazione «autoimmunitaria» durante la quale le cellule di difesa, i linfociti T (normalmente deputate a riconoscere ed eliminare agenti infettivi), riconoscono e generano infiammazione distruttiva diretta contro le articolazioni del paziente, nonché anticorpi (i cosiddetti autoanticorpi) patologici che attaccano a loro volta le articolazioni. L'artrite psoriasica interessa circa il 15-30 per cento di tutti i soggetti con psoriasi e colpisce soprattutto le articolazioni, specie mani e piedi con danni ossei e articolari, oltre che dermatologici, indipendentemente dalla gravità della psoriasi stessa.
Benefici per malati e Servizio sanitario
In un precedente studio, lo stesso gruppo di ricerca di reumatologi aveva dimostrato che il 60 per cento dei malati diagnosticati rapidamente e portati in remissione clinica (ovvero senza sintomi) ed ecografica (cioè quando l'ecografia non presenta infiammazione) potevano sospendere senza ricadute il farmaco biologico utilizzato per controllare la malattia, con benefici non solo per l'interessato ma anche per le casse del Servizio sanitario nazionale, visto che il costo di questi farmaci si aggira intorno agli 8-12mila euro annui a paziente.
Sempre in quella ricerca gli esperti dimostravano che la remissione clinica ed ecografica corrispondeva anche a una «remissione istologica del tessuto sinoviale»: ovvero le biopsie della membrana che ricopre le articolazioni in pazienti con remissione clinica non evidenziavano segni di malattia.
Chiari i criteri per capire chi può sospendere la cura
Nel nuovo lavoro i ricercatori hanno indagato le caratteristiche del tessuto articolare dei malati con artrite psoriasica e reumatoide in remissione. L'obiettivo era capire se ci fossero differenze a livello cellulare tra i pazienti che non sono in remissione, ma presentano una malattia lievemente attiva, e quelli in effettiva remissione che potessero consentire di sospendere la terapia con farmaco biologico in modo mirato e sicuro. «Siamo così riusciti a capire - spiega Ferraccioli - quali sono i criteri certi per decidere chi può sospendere le cure biologiche senza rischio di ricadute e chi non può farlo.
Nell'artrite reumatoide la remissione clinica ed ecografica (o la presenza di malattia lievemente attiva) sono sufficienti per dire che anche il tessuto sinoviale è in remissione. Invece nell'artrite psoriasica solo la biopsia sinoviale permette di definire se ci sia una vera remissione». Il prossimo passo sarà l'identificazione del miglior biomarcatore capace di indicare, senza effettuare una biopsia, la persistenza di infiammazione nell'articolazione psoriasica. Questo permetterà di trattare i pazienti in modo più personalizzato e verificare come si possa nel medio-lungo termine risparmiare notevoli risorse sospendendo in modo corretto e preciso i farmaci biologici in molti pazienti».