Dermatologia / Rassegna stampa

Alopecia, quella molecola potrebbe sconfiggerla

Il sistema immunitario attacca i follicoli piliferi provocando la caduta dei capelli: allo studio due molecole giù utilizzate per trattare artrite reumatoide e alcune malattie del midollo osseo

Segreteria SIDeMaST, 13 Jun 2017 01:08

Alopecia, quella molecola potrebbe sconfiggerla

Può iniziare con una chiazza dalle dimensioni di una monetina sulla capigliatura, per poi espandersi gradualmente. L’alopecia aerata attacca il cuoio capelluto e provoca la perdita parziale o totale dei capelli. La buona notizia è che si sta lavorando per realizzare un farmaco, da applicare localmente, a base di principi innovativi che agiscono sul sistema immunitario.

Queste sostanze sono già approvate dall’FDA – la Food and Drug Administration statunitense – per trattare l’artrite reumatoide e alcune malattie che colpiscono il midollo osseo. Ruxolitinib e tofacitinib sono due JAK- inibitori, sostanze cioè che agiscono su fattori chiave per lo sviluppo delle risposte immunitarie.

“Ma gli JAK inibitori hanno effetti collaterali molto forti – spiega Bianca Maria Piraccini, professoressa associata di Dermatologia all’Università di Bologna – Oltre alla tossicità e all’alto costo, in fase sperimentale si è visto che, dopo la sospensione della cura, si verificano recidive dell’alopecia areata. I capelli possono riprendere a cadere. La ricerca sta lavorando per realizzare prodotti a base di queste due sostanze ma per uso topico, da applicare nella zona colpita da questa forma di alopecia. Una soluzione che ridurrebbe l’impatto del farmaco in modo considerevole”.

L’attacco ai follicoli piliferi

L’alopecia areata è una malattia autoimmune che è responsabile di notevoli effetti a livello psicologico. Il sistema immunitario attacca i follicoli piliferi sul cuoio capelluto provocando la caduta dei capelli. La si riconosce per la forma tonda delle chiazze senza capelli, singole o multiple. L’area colpita da alopecia inizialmente può essere piccola, per poi espandersi e interessare vaste zone del capo o tutta la testa. L’alopecia areata può insorgere a ogni età, ma spesso compare nell’infanzia.

La capigliatura ricresce, perchè il danno infiammatorio non distrugge i follicoli, ma i capelli possono cadere ancora. Chi è colpito da alopecia areata potrebbe sviluppare altri problemi autoimmuni, come disturbi alla tiroide o la vitiligine. Spetta al dermatologo prescrivere esami di accertamento e diagnosticare questo disturbo.

Gli ultimi studi sulle terapie

Secondo un recente studio pubblicato sul Journal of American Academy of Dermatology su adulti affetti da una forma grave di alopecia areata (perdita di almeno il 40% dei capelli) e trattati con tofacitinib, il 20% ha avuto una quasi totale ricrescita dei capelli, il 58% oltre la metà, e il 77% una qualche ricrescita. Promettenti risultati anche su adolescenti colpiti da forme gravi di alopecia trattati con questo farmaco.

Qualche mese prima, altre due indagini pubblicate sul Journal of Clinical Investigation avevano confermato i promettenti risultati per i due JAK inibitori nel contrastare l’alopecia areata. "Pensiamo che tofacitinib possa rappresentare un importante punto di svolta per le forme avanzate di alopecia aerata – afferma uno degli autori dello studio, Anthony Oro, docente di dermatologia all’Università di Stanford, in California – Tuttavia, nei dosaggi e nei tempi utilizzati, l’effetto non è durato a lungo una volta interrotta la cura. Speriamo che i nostri studi ci portino non solo a trovare una cura efficce, ma anche a capirne di più in merito a questa malattia".

Lo studio pilota su ruxolitinib per l’alopecia aerata è stato condotto dal team del professor Julian Mackay-Wiggan, dermatologo presso la Columbia University Medical Center a New York City. Su dodici pazienti, nove hanno avuto una significativa ricrescita dei capelli e un miglioramento dell’alopecia. Certamente, sottolineano i ricercatori, sono necessari studi più approfonditi per arrivare a conclusioni su efficacia e sicurezza di tale terapia.

Le terapie

In attesa delle novità, quali sono le terapie oggi in uso? "Per ottenere risultati è necessario ridurre le difese immunitarie che si scatenano contro un certo bersaglio, in questo caso i follicoli – chiarisce Piraccini – .Nelle forme iniziali di alopecia si usa il cortisone localmente, o per via generale, con somministrazione orale o con iniezioni intramuscolo. Il cortisone ha un effetto antiinfiammatorio e abbassa le difese immunitarie che aggrediscono i follicoli piliferi". Le dosi usate sono elevate, ma vengono ridotte gradualmente appena i capelli ricrescono.

"L'altro possibile trattamento è l’immunoterapia topica. Si inducono reazioni allergiche nella zona colpita da alopecia: ogni settimana vengono applicate sostanze chimiche fortemente allergizzanti. Questa risposta allergica sposta la reazione del sistema immunitario sulla cute, distogliendolo da assalire i follicoli. Questa terapia è utilizzata in caso di forme croniche gravi, ed ha un ottimo rapporto beneficio/rischio".

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