Mezzo grado di temperatura in più e per gli allergici non c'è scampo.
L'aumento della temperatura fa aumentare da 10 a 100 volte la quantità dei pollini nell'aria e di conseguenza aumentano da 10 a 100 volte le persone che soffrono di allergie durante la primavera. La maggior parte delle sostanze che scatenano le allergie più comuni come la rinite e l'asma allergico sono molto sensibili ai cambi climatici. Basti pensare ai pazienti che soffrono di allergie respiratorie nel periodo primaverile per i pollini che sono prodotti dalle piante in primavera e non inverno quando la temperatura è più bassa.
Secondo gli esperti, che si sono riuniti a Bologna per il 28° Congresso nazionale della Società italiana allergologia, asma ed immunologia clinica (Siaaic), conclusosi il 18 aprile, più o meno due milioni di persone in Italia peggiorano a causa del clima.
«In Italia non ci sono stime precise ma se consideriamo che circa il 20% della popolazione in Italia soffre di allergie ed una buona parte dei soggetti allergici con asma prima di un temporale aumentano il numero delle crisi asmatiche, parliamo quindi anche di più di due milioni di persone che a causa dei capricci del tempo possono improvvisamente peggiorare il loro stato di salute», spiega Vincenzo Patella, coordinatore nazionale della task force Siaaic sui cambiamenti climatici e ambientali.
Le allergie più frequenti tra quelle condizionate dai fattori climatici sono quelle respiratorie come asma, rinite ma anche congiuntivite ed dermatite atopica. I bambini sono sicuramente più esposti alle riacutizzazioni durante i cambiamenti climatici anche perché sono anche i primi a subire l'effetto dell'inquinamento atmosferico.
Nel caso degli acari (Dermatophagoides pteronyssynus), la maggiore causa di allergia in Italia, le condizioni ottimali sono 25°C e umidità relativa 70-80%, ma diventano abbondanti già quando l'umidità relativa interna supera il 65% per alcune settimane e la temperatura supera i 22°C.
È per questo che la loro presenza raggiunge il culmine alla fine dell'estate: con un aumento costante della temperatura del pianeta ci saranno sempre di più estati più lunghe e di conseguenza maggiore quantità di acari nelle nostre case e alla fine più persone che soffrono di allergie respiratorie e cutanee, come rinite, asma ed eczema.
«Oggi, a fronte di dati confortanti sulla possibilità di ridurre il maggior inquinante atmosferico prodotto dall'uomo che è rappresentato dalla anidride carbonica, ovvero il principale fattore che induce l'effetto serra, uno dei pericoli in futuro più preoccupante è l'inquinamento indoor», conclude Patella. «Molte persone, soprattutto in età lavorativa, trascorrono tantissime ore in luoghi chiusi, ciò le espone ai danni ambientali dell'aria forzata, con numerosi inquinanti, in primo luogo il fumo passivo e il clima caldo-umido delle abitazioni, delle scuole e dei luoghi di lavoro, ch favorisce la crescita degli acari e di funghi nell'aria forzata. Questo scenario sicuramente contribuirà all'aumento della incidenza e della prevalenza di patologie respiratorie croniche, come l'asma, e all'incremento della loro evoluzione verso forme persistenti, gravi ed invalidanti».