Dermatologia / Rassegna stampa

Psoriasi: si può vivere senza chiazze sulla pelle, ma un paziente su due non ci riesce (e non ci crede)

Un sondaggio ha interpellato oltre 8.300 pazienti: il 57 per cento dichiara di non aver mai ottenuto una pelle «pulita» e per tanti l'obiettivo non è realistico, mentre oggi i nuovi farmaci lo hanno reso possibile

Segreteria SIDeMaST, 23 Jan 2017 12:16

Argomenti: psoriasi
Psoriasi: si può vivere senza chiazze sulla pelle, ma un paziente su due non ci riesce (e non ci crede)

Oltre la metà dei pazienti affetti da psoriasi non arriva all'obiettivo terapeutico, oggi raggiungibile, di una pelle libera da lesioni. Nonostante la disponibilità di diverse cure per i vari tipi di psoriasi, più o meno grave, il 57 per cento degli interpellati da un vasto sondaggio mondiale dichiara di non aver mai ottenuto una pelle esente dalle chiazze cutanee tipiche della malattia.

Una patologia cronica, che si può tenere sotto controllo

La psoriasi è una malattia non trasmissibile (non è infettiva né contagiosa) che si manifesta come un'infiammazione della pelle, solitamente di carattere cronico e recidivante. Si manifesta con chiazze rossastre, rotondeggianti, eritematose, sulle quali si formano delle squame di colore argenteo, che compaiono soprattutto su gomiti, ginocchia, cuoio capelluto, regione lombo-sacrale, mani e piedi. Spesso non danno alcun fastidio, ma possono causare dolore o prurito. Ad oggi non esiste una cura definitiva e in molti casi le placche vanno e vengono, ma la malattia si può tenere sotto controllo con le molte strategie terapeutiche a disposizione. Fino al 30 per cento dei pazienti con psoriasi ha sviluppato - o svilupperà in futuro - artrite psoriasica, una patologia che colpisce anche le articolazioni, causando sintomi debilitanti che includono dolore, rigidità e danno articolare irreversibile. La psoriasi è anche associata ad altre malattie gravi, come il diabete, le patologie cardiache e la depressione.

La pelle pulita può essere un obiettivo realistico?

Un sondaggio (realizzato da GfK su iniziativa di Novartis in 31 Paesi) presentato durante il congresso annuale della European Academy of Dermatology and Venereology (EADV) e condotto su oltre 8.300 pazienti ha però messo in evidenza che molti malati non solo non raggiungono l'obiettivo terapeutico di una pelle esente da lesioni, ma non credono neppure che questo obiettivo sia realistico. La maggior parte delle persone intervistate ammette che la propria qualità di vita è compromessa dalla malattia, talvolta in modo grave: l'84 per cento degli interpellati soffre di discriminazioni e umiliazioni, mentre per quasi la metà (43 per cento) la psoriasi aveva avuto ripercussioni sulla vita sociale e reso difficile instaurare relazioni intime. Un terzo (38 per cento) delle persone intervistate ha anche riferito di soffrire, a causa della psoriasi, di un disturbo psicologico diagnosticato: una su quattro aveva una diagnosi di ansia o depressione. Altre ricerche presentate al congresso EADV hanno anche dimostrato che i pazienti affetti da ansia o depressione soffrono di una forma più severa della malattia e di una peggiore qualità della vita: questo sottolinea ulteriormente il legame tra gli aspetti psicologici e fisici di questa patologia.

Quasi 2 milioni di italiani soffrono di psoriasi

Secondo le stime più recenti, soffre di psoriasi il 2,8 per cento degli italiani, quasi un milione 700mila connazionali in tutto, e di questi circa il 25-30 per cento ha una forma moderata-severa. Come hanno confermato alcuni studi presentati a Vienna, diverse nuove soluzioni consentono di raggiungere l'obiettivo di una pelle libera da lesioni nella maggior parte dei pazienti, anche gravi. Nello specifico, una sperimentazione su circa 700 pazienti ha valutato la sicurezza e la tollerabilità a lungo termine di secukinumab (uno dei farmaci innovativi) nei pazienti con psoriasi a placche da moderata a severa. Trattandosi di una malattia cronica, è importante avere terapie che possano essere utilizzate per lunghi periodi di tempo senza perdita di efficacia e senza troppi effetti collaterali e i risultati del trial durato 4 anni dimostrano che questo medicinale resta attivo, mantenendo elevati livelli di rimozione delle lesioni psoriasiche e un profilo di sicurezza favorevole.

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