Nel trattamento della psoriasi sia l’anticorpo monoclonale umano adalimumab che la fototerapia sono associati a miglioramenti significativi a 12 settimane, ma la fototerapia sembra superiore nel controllare il dolore e migliorare la qualità della vita.
Questi i risultati di uno studio pubblicato sul Journal of American Academy of Dermatology.
“La fototerapia da sola non solo migliora la qualità della vita correlata alla salute della pelle nei pazienti con psoriasi, ma migliora anche la qualità della vita generale correlata alla salute”, suggerisce Megan Noe della University of Pennsylvania Perelman School of Medicine.
Lo studio multicentrico, randomizzato, controllato con placebo, ha incluso 97 pazienti adulti (età media 43,5 anni) con un punteggio mediano dello Psoriasis Area and Severity Index di 16,7, assegnati a ricevere adalimumab, placebo o fototerapia con raggi NB-UVB a banda stretta (privi della loro componente dannosa).
Adalimumab e placebo sono stati somministrati per via sottocutanea in doppio cieco, iniziando con 80 mg seguiti da dosi di mantenimento da 40 mg ogni due settimane per un totale di 12.
La fototerapia ultravioletta è stata somministrata 3 volte alla settimana in aperto.
Secondo i risultati del DLQI dopo 12 settimane, tutti i pazienti hanno ottenuto miglioramenti significativi nella qualità della vita correlata alla salute della pelle.
Quelli trattati con adalimumab e fototerapia avevano anche punteggi più alti nei singoli domini EQ-5D-3L rispetto al placebo.
Tuttavia, solo la fototerapia ha raggiunto un significato statistico sul dolore vs placebo, e i partecipanti nel gruppo fototerapia avevano maggiori probabilità di ottenere una differenza minima clinicamente importante per il punteggio dell’indice EQ-5D-3L rispetto a quelli nel gruppo adalimumab.