L'uso degli inibitori della fosfodiesterasi 5 (PDE-5) nella disfunzione erettile tra gli uomini svedesi si associa a un modesto ma significativo aumento del rischio di melanoma maligno. Anche se il tipo di associazione solleva dubbi su un eventuale nesso di causalità, secondo il parere di Stacy Loeb, della New York University, coautrice di un articolo pubblicato su Jama. «Un aumento del rischio di cancro cutaneo in seguito all'uso di sildenafil è stato di recente segnalato» esordisce la ricercatrice, sottolineando che gli inibitori della PDE-5 sono i farmaci più prescritti nella disfunzione erettile, e che ulteriori prove a sostegno di un'associazione con il melanoma avrebbero importanti implicazioni. Per approfondire la questione Loeb e colleghi hanno esaminato i dati del registro svedese di prescrizioni dei farmaci incrociandoli con quello dei melanomi e di altri registri sanitari e banche dati demografiche in Svezia, identificando 4.064 casi di melanoma cutaneo diagnosticati dal 2006 al 2012.
Tra questi, in 435 uomini (l'11% del totale) era stata prescritta una terapia con sildenafil, vardenafil o tadalafil, e l'incidenza di melanoma in questo gruppo è stata paragonata a quella osservata in 1.713 uomini sottoposti al medesimo trattamento in una coorte di 20.325 controlli. E dai risultati ottenuti emerge un aumento del rischio di melanoma, modesto ma significativo, negli uomini in cura con inibitori della PDE-5.
«Le probabilità erano particolarmente elevate negli individui con una sola prescrizione, mentre la significatività statistica sfumava con prescrizioni multiple» aggiungono gli autori, sottolineando che le probabilità di melanoma aumentavano allo stesso modo per gli inibitori PDE-5 a breve o lunga durata d'azione, con stime di rischio simili per sildenafil, vardenafil o tadalafil. Tuttavia, notano i ricercatori, il modello di associazione, ossia la presenza di rischio per una singola prescrizione e l'assenza per prescrizioni multiple, solleva interrogativi sul fatto che l'associazione sia causale. «Il legame osservato tra cancro cutaneo e inibitori della PDE-5 è più probabilmente frutto dell'influenza di fattori confondenti connessi allo stile di vita» concludono gli autori auspicando ulteriori studi per chiarire l'associazione.