Nella maggior parte dei casi il melanoma e altri tumori cutanei, se individuati precocemente, si possono risolvere con l'asportazione chirurgica. Ma le lunghe liste di attesa ritardano la diagnosi, quindi l'efficacia delle cure. L’allarme lanciato dai dermatologi in un convegno a Roma. E una proposta
I tumori della pelle (il melanoma nell’80 per cento dei casi) si possono risolvere con l’asportazione chirurgica, se la diagnosi è precoce e sono gestiti in modo adeguato. Ma le lunghe liste di attesa ritardano la diagnosi, quindi la tempestiva presa in carico dei pazienti con sospetto tumore cutaneo, col rischio di compromettere l'efficacia delle cure. È l’allarme lanciato dai dermatologi nel corso di un convegno a Roma
Tumori della pelle in aumento
I tumori della pelle sono in aumento; in particolare, ogni anno l’incidenza del melanoma cresce con un tasso del 5 per cento di casi in più, con 14.900 nuove diagnosi nel 2020 e oltre 17.000 previste per quest’anno; il basalioma - il tumore cutaneo più comune - colpisce una persona su mille; l’incidenza del carcinoma spino-cellulare è di 22/23 casi ogni 100 mila persone.
Diagnosi in ritardo e complicanze
La diagnosi in ritardo dei tumori cutanei è causa di gravi complicanze: dal maggior rischio di metastasi al peggioramento della prognosi, fino a interventi chirurgici più invasivi.
Le ragioni del (preoccupante) ritardo diagnostico dei tumori cutanei sono state al centro di un confronto promosso in Senato, su iniziativa della senatrice Daniela Sbrollini, co-presidente dell’intergruppo parlamentare e vicepresidente della X commissione Affari sociali e Sanità del Senato,
sotto l’egida dell’Intergruppo Parlamentare Malattie Dermatologiche e Salute della Pelle e della rivista di politica sanitaria Italian Health Policy Brief, col supporto non condizionato di La Roche Posay. Secondo il comitato tecnico-scientifico dell’Intergruppo parlamentare, sarebbe possibile ridurre i tempi per la diagnosi dei tumori della pelle con adeguati aggiustamenti di tipo organizzativo.
Occhio alle scottature da piccoli
Comportamenti a rischio, che vanno evitati, sono: l'eccessiva esposizione al sole, l'erroneo uso di creme protettive, il ricorso a lampade UV per l’abbronzatura artificiale.
Ha sottolineato il professor Giovanni Pellacani, ordinario di Dermatologia all’Università La Sapienza di Roma e presidente Società Italiana di Dermatologia e Venereologia (SIDeMaST): «La prevenzione primaria, quindi la protezione dal sole, in particolare dalle scottature e da un eccesso di esposizione, deve iniziare dall’età scolare, quando la pelle è più sensibile. Infatti, avere due scottature in età adolescenziale aumenta notevolmente il rischio di sviluppare un melanoma in età adulta».