Dermatologia / Rassegna stampa

Autotrapianto di melanociti «rapido» per la vitiligine

Grazie a un kit sarà possibile prelevare in soli 20 minuti una piccola parte di cute per poi inocularla sulla macchia priva di pigmentazione

Segreteria SIDeMaST, 02 Mar 2015 03:27

Argomenti: vitiligine
Autotrapianto di melanociti «rapido» per la vitiligine

Buone notizie per coloro che soffrono di vitiligine, la malattia della pelle che produce chiazze bianche non pigmentate. All'Istituto Dermatologico San Gallicano, nel dipartimento di Fotodermatologia diretto dal professor Giovanni Leone, è iniziata la sperimentazione di una nuova tecnica, introdotta per la prima volta in Francia dal professor Gautier: «Si tratta di un trapianto autologo di melanociti che può essere effettuato in una sola seduta - ha detto il direttore scientifico dell'Istituto Aldo Di Carlo - . Grazie ad un kit in soli 20 minuti e in ambulatorio è possibile generare, da un piccolo prelievo di cute, una sospensione contenente tutte le cellule cutanee necessarie per il processo di ripigmentazione».

Il convegno

Lo studio è stato presentato venerdì 27 e sabato 28 febbraio a Roma durante «Le Giornate Capitoline di Fotodermatologia». «Prima questo trapianto si faceva in due giorni - ha spiegato Andrea Paro Vidolin - ora in pochi minuti preleviamo la cute e la reinoculiamo. Abbiamo cominciato con 4 pazienti ma pensiamo di arrivare a 20». La sperimentazione verrà condotta insieme alla Ghent University Hospital Belgium e all'University Hospital Center di Bordeaux-France. La velocità di risposta dopo il trapianto è di circa un mese, un mese e mezzo: «In quel lasso di tempo comincia a ricomparire la pigmentazione» aggiunge Paro Vidolin.

I requisiti

Il trapianto autologo di sospensione di cellule epidermiche nelle lesioni depigmentate della vitiligine sembra dare ottimi risultati con una ripigmentazione totale in più dell'80% dei casi. Ma non tutti i soggetti malati possono sottoporsi al trapianto: «Il requisito - dice ancora Paro Vidolin - è che la vitiligine sia stabile cioè non ci sia né comparsa di nuove macchie né un allargamento di macchie già esistenti». Un'altra cosa da sottolineare è che il trapianto non è una cura: «Però - spiega Mauro Picardo, direttore del laboratorio di Fisiopatologia Cutanea e Centro di Ricerca Metabolomica - riesce a trattare con grande efficacia le macchie bianche. L'importante è che i pazienti siano accuratamente selezionati altrimenti le macchie possono ricomparire causando al malato un danno psicologico».

  • keyboard-arrow-right Fonte Corriere della Sera
  • keyboard-arrow-right Autori Monica Ricci Sargentini
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  • keyboard-arrow-right Parole chiave vitiligine

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