Dermatologia / Rassegna stampa

Tumori della pelle: Toscana leader per diagnosi e cura

Tumori della pelle in continuo aumento: in Toscana tecniche all’avanguardia come la microscopia confocale e l’OCT permettono di scoprire le neoplasie, monitorarle e indirizzare con precisione l’asportazione chirurgica

Segreteria SIDeMaST, 09 Dec 2019 12:24

Tumori della pelle: Toscana leader per diagnosi e cura

Non sono melanomi, ma è ugualmente necessario scoprirli tempestivamente, per poter impostare la terapia giusta.

“I principali tumori della pelle sono il carcinoma basocellulare, oltre 4.000 nuovi casi l’anno in Toscana, lo spinocellulare (400 nuovi casi) e la cheratosi attinica, 7.000 nuovi casi l’anno in regione.

Rappresentano il 95% di tutte le neoplasie cutanee” spiega il prof. Nicola Pimpinelli, Direttore SS.CC. Dermatologia area Firenze, Azienda USL Toscana Centro, Dipartimento Scienze della Salute, Università degli Studi di Firenze.

“Ancora non ne conosciamo l’incidenza, non essendo monitorate dal Registro Tumori Toscano – continua Pimpinelli –.

Uno studio della Regione Toscana su circa 600 lavoratori ha evidenziato che il 7% aveva almeno una forma di tumore cutaneo non melanoma, e che ben il 27% su 500 soggetti affetti da tumore cutaneo non melanoma svolgeva lavori all’aperto.

Il rischio professionale di pescatori, operai edili, agricoltori, cavatori è più alto proprio perché l’esposizione ai raggi solari è il principale fattore di rischio.

Altro importante fattore è l’uso di lampade abbronzanti artificiali”.

Per sconfiggere i tumori della pelle non melanoma è fondamentale la diagnosi precoce.

Siena è l’unico centro in Toscana e tra i pochissimi in Italia a disporre del microscopio confocale laser.

“Simile a un ecografo dotato di sonda, permette di osservare le diverse strutture cutanee con altissima risoluzione, consentendo il riconoscimento delle singole cellule – chiarisce il Prof. Pietro Rubegni, Consigliere SIDeMaST e Direttore della U.O.C. di Dermatologia dell’Azienda Ospedaliera-Universitaria Senese -.

Offre la possibilità di eseguire una “chirurgia più sicura” rispetto a quella tradizionale: la chirurgia di Mohs che permette di disegnare i bordi del tumore prima dell’intervento e ridurre il rischio di recidive dovute ad asportazioni incomplete”.

“Si tratta di uno strumento complementare alla microscopia confocale – sottolinea Rubegni –.

Con il suo utilizzo oggi valutiamo l’efficacia di alcune terapie locali dei tumori cutanei, soprattutto del volto, che continuiamo a monitorare fino a guarigione avvenuta”.

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