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Storia

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Sommario storico della dermatologia italiana

In questi ultimi anni si sono registrate molteplici ed encomiabili iniziative editoriali dirette a riscoprire ed approfondire le origini della nostra disciplina (1,2).

E' stupefacente rilevare come nel contesto di tali opere la dermatologia italiana occupi un posto di secondo piano, se non addirittura marginale. Eppure la dermatologia italiana può vantare alcuni primati!

  • Essa è stata la prima comunità scientifica dermatologica a riunirsi in associazione: la Società Italiana di Dermatologia, nata nel 1885, è la più antica del mondo a carattere nazionale.
  • Il Giornale Italiano di Dermatologia è stato in ordine cronologico il primo giornale interamente dedicato alla disciplina.
  • I primi trattati di dermatologia sono comparsi in Italia in epoca rinascimentale.

Ci sembra pertanto opportuno che nel sito Web della Società Italiana di Dermatologia figuri un sintetico sommario che ricordi la nascita e lo sviluppo della nostra disciplina, sommario che vuole avere una valenza simbolica senza alcuna pretesa di carattere storico.

Origini

Può essere utile ricordare che già in epoca romana alcuni studiosi di medicina e naturalisti ebbero a soffermarsi su patologie di interesse dermatologico, fornendo particolari di estremo interesse per la precisione e l'appropriatezza del linguaggio. Valga per tutti la descrizione dell'alopecia areata fornita da Celso nel IV libro del «De re medica»: «fit in capillo et in barba. Id vero quoad a serpentis similitudine οφιασις appellatur, incipit ab occipitio».

In epoca rinascimentale spiccano le figure di Gerolamo Fracastoro (1478-1553), Gabriele Falloppio (1523-1562), e Gerolamo Mercuriale (1530-1606).

Gerolamo Fracastoro

Gerolamo Fracastoro

Fracastoro, noto come autore del poema in versi latini Syphilis, sive morbus gallicus, dal quale trasse il nome la sifilide, dette alla luce altre opere di medicina tra cui il De contagione et contagiosis ove è esposta una teoria precorritrice della moderna batteriologia, la teoria dei germi vitali, da lui chiamati «seminaria morbi», trasmissibili da un individuo ad un altro e distinti in «crassiora» e «subtiliora».

Gabriele Falloppio

Gabriele Falloppio

Il Falloppio, oltre ad aver lasciato larghissima impronta negli studi anatomici, scrisse il Libelli duo, alter de ulceribus, alter de tumoribus praeter naturam dove sono riportate opinioni degli antichi ma anche osservazioni acute ed originali, come quelle relative al comportamento di piccoli lembi cutanei. Quando staccati dall'organismo, frammenti di padiglione auricolare o del naso possono essere rinsaldati di nuovo nell'organismo, purchè subito riapplicati e suturati, osservazioni che appaiono precorritrici di quelle di Tagliacozzi, Reverdin e Thiersch.

Gerolamo Mercuriale

Gerolamo Mercuriale

Mercuriale è autore del De morbis cutanei et omnibus corporis humani excretionibus, primo trattato di una certa consistenza dedicato interamente alle malattie cutanee, dove sono trattate le malattie del cuoio capelluto, come il defluvio dei capelli, l'alopecia, l'ophiasis, la calvizie, la canizie, la pedicolosi, la porrigine, le tigne e la sicosi.

Il seicento, secolo di grandi anatomici, come Malpighi, Valsalva, Morgagni, non annovera opere strutturate in trattati dedicate interamente alla dermatologia. Non mancano tuttavia osservazioni e citazioni di interesse per la nostra disciplina.

Da ricordare Bartolomeo Buonaccorsi (1618-1656) autore del De externis malis opusculum, in cui sono elencate in 46 capitoli le dermatosi in ordine alfabetico, incominciando con «de achoribus» e terminando con «de scloppis seu vesicis». Di notevole efficacia descrittiva alcuni passaggi di quest'ultimo capitolo, come «scloppae, vulgo schioppole, sunt vesiculae quae per totum corpus spargi solent, rubicundae, humore turgentes», con evidente riferimento alla impetigine bollosa ed alla varicella. Da ricordare anche Giovanni Cosimo Bonomo e Diacinto Cestoni, ambedue scolari del Redi, per la scoperta dell'etiologia e patogenesi della scabbia.

In epoca settecentesca meritano una citazione Bernardino Ramazzini (1633-1714), Francesco Frapolli e Vincenzo Chiarugi (1739-1820). Ramazzini è autore del De morbis artificum diatriba, opera densa di profonde osservazioni sulle dermopatie dei lavoratori, con indicazioni anche di mezzi profilattici e terapeutici, il primo trattato del genere nella letteratura di tutti i paesi. Il Frapolli descrisse accuratamente il cosiddetto «male della rosa», che egli per primo denominò pellagra, perché tale malattia nei registri dell'Ospedale Maggiore di Milano era iscritta col nome di «pellarella». Infine il fiorentino Chiarugi è l'autore del Trattato sulle malattie sordide della pelle nonché primo dermatologo italiano a svolgere un ruolo ufficiale nella formazione dermatologica avendo ottenuto la cattedra di «Malattie cutanee e perturbazioni intelletuali» (3).

Nascita della società

Con l'avvento dell'Unità d'Italia, in particolare negli anni a cavallo tra il settimo e l'ottavo decennio dell'ottocento, l'assetto didattico ed organizzativo della formazione medica italiana andava assumendo una fisionomia non molto dissimile da quella attuale. I programmi venivano aggiornati ed il percorso formativo, sia pure in momenti diversi, uniformato in tutto il territorio nazionale.

In campo clinico andava prendendo forma la medicina specialistica e numerose branche mediche andavano acquistando dignità propria. La dermatologia, come disciplina autonoma, aveva appena mosso i primi passi e solo poche facoltà disponevano di docenti con cattedre autonome. Tra questi ricordiamo il Gamberini, professore a Bologna dal 1860, il Tanturri a Napoli dal 1868, lo Scarenzio a Padova.

Anche in altri Paesi europei la dermatologia stentava a trovare una propria autonomia. In Inghilterra, che pure aveva avuto un grande clinico come Robert Willan (1751-1812), autore di una fondamentale classificazione delle malattie cutanee (4), la dermatologia era ancora praticata dai chirurghi e dai medici generici.

Personaggi di spicco, come Wilson, Baker, Rosembach, Hutchinson, per non parlare di Paget, che avevano descritto malattie oggi note con i rispettivi eponimi, prestavano servizio come medici generici presso il noto St. Bartolomew's Hospital di Londra (5). Facevano eccezione a questa generale situazione europea Vienna, che dal 1848 aveva potuto disporre di una cattedra autonoma di dermatologia, ricoperta da Ferdinand von Hebra (6) e Parigi che già all'inizio del secolo aveva avuto un grande maestro come Louis Alibert (1768-1837), universalmente riconosciuto come il padre della dermatologia francese ed europea.

Logo della società SIDEV

Logo della società SIDEV, realizzato in tempi più recenti

In questo scenario nacque nel 1885 la Società Italiana di Dermatologia e Sifilografia (SIDES).

Ne fu promotore un comitato, costituito da Manassei, Gamberini, Scarenzio, De Amicis, Majocchi, Gibelli, Soresina, Ricordi e Barduzzi, estensori di una bozza di Statuto (7), che portò alla nascita della società nel contesto dell'XI Congresso dell'Associazione Medica Italiana, svoltosi a Perugia nel settembre 1885. I Professori Manassei e Barduzzi furono incaricati di gestire la neonata società fino alla adunanza generale degli aderenti tenutasi a Roma il 23 aprile 1886. In tale occasione si procedette alla approvazione dello statuto ed alla nomina del primo Comitato Direttivo, costituito da Casimiro Manassei (Presidente), Angelo Scarenzio (Vicepresidente), Domenico Barduzzi (Segretario), Gaetano Ciarrocchi (Segretario).

La società, nata come sezione specializzata della Associazione Medica Italiana, continuò a vivere come tale fino al 1894, anno in cui si riunì per la prima volta autonomamente sotto la Presidenza di De Amicis.

L'anno successivo la Società designò come suo organo ufficiale il Giornale Italiano delle Malattie Veneree e della Pelle, divenuto poi Giornale Italiano di Dermatologia e Sifilografia. Questo giornale, considerato il più antico periodico dermatologico del mondo, era stato fondato da Gian Battista Soresina, Ispettore Sanitario di Milano e Medico Capo del Sifilocomio e del Dispensario Celtico.

La dermatologia italiana nel '900

Nei primi anni di vita le riunioni della SIDES erano centrate nella presentazione di casi clinici. Nel 1906 si iniziò ad indicare temi di relazione seguiti da pubblicazioni monografiche. Nel 1909 fu eletto Presidente della SIDES Domenico Barduzzi. Erano gli anni in cui Ehrlich aveva da poco sintetizzato il Salvarsan che veniva proposto per la cura della sifilide.

Il Barduzzi fu assai attivo nell'organizzare la sperimentazione del medicamento raccomandando a tutti la massima obiettività nell'esprimere il giudizio sull'attività del farmaco che un ruolo così importante doveva assumere nella lotta contro la sifilide. Nel suo discorso inaugurale tenuto in occasione della riunione della Società nel 1910 il Barduzzi ebbe così ad esprimersi: «Voi ben sapete che lo stesso Ehrlich ha promesso che verrà ad illustrare l'argomento importantissimo della nuova terapia antisifilitica. Mi sembrerebbe opportuno pertanto che fin d'ora venissero fissati esattamente i criteri negli esperimenti che dovranno essere fatti, onde potersene formare un giudizio obiettivo senza prevenzione e senza esagerazioni lungi da qualsiasi preconcetto». Il Barduzzi sembra aver intuito l'importanza di preparare un protocollo ed appare un vero e proprio precursore delle moderne sperimentazioni pluricentriche.

Nel 1912 la Società collaborò attivamente all'organizzazione in Roma del VII Congresso Internazionale di Dermatologia e Sifilografia. Si parlò di pellagra, di sifilide, di micosi e si prospettò l'opportunità di costituire una società internazionale di dermatologia, mai realizzata se non parzialmente molti anni dopo con la International Society of Dermatology: Tropical, Geographic and Ecologic.

La guerra 1915-18 interruppe l'attività della SIDES che riprese nel 1919, anno in cui vennero annoverati 152 soci, aumentati negli anni successivi fino a toccare il numero di 400 nel 1930. Dal 1930 al 1980 i soci sono aumentati in modo costante ma lento; successivamente essi hanno fatto registrare un incremento repentino fino a toccare il numero di 1200 nell'anno del centenario celebrato a Perugia in occasione del LXII Congresso Nazionale.

Tra gli eventi rilevanti da segnalare durante questi anni l'incremento dell'attività editoriale specialistica con la nascita di numerosi periodici. Meritano di essere ricordati L'Archivio Italiano di Dermatologia, Sifilografia e Venereologia, Il Dermosifilografo, gli Annali Italiani di Dermatologia e Sifilografia, la Rassegna di Dermatologia, il Bollettino dell'Istituto Dermatologico di S.Gallicano, Dermatologia, le Cronache dell'IDI, l'Italian General Review of Dermatology, Dermatologia Clinica.

La nascita delle sezioni regionali si realizzò nel 1922 con la costituzione di una prima Sezione che fu quella Piemontese. Nel 1924 si costituì la Sezione delle Tre Venezie, nel 1925 quella Emiliana, nel 1926 la Sezione Pugliese e nel 1927 quella Tosco-Umbra, seguita nel 1933 da quella Siciliana e nel 1935 dalla Sezione di Sardegna. Successivamente le Sezioni Regionali si sono raccolte a formare quattro sezioni interregionali: 1) Ligure-Lombardo-Piemontese, 2) Triveneto-Emiliana-Lombardo-Romagnolo-Marchigiana, 3) Tosco-Umbra, 4) Centro Sud-Sicilia-Sardegna.

Tra gli avvenimenti di rilievo della dermatologia italiana è importante ricordare la nascita di altre società dermatologiche (ADOI, AIDA, SIDCO, AIDNID, SIDAPA), che hanno portato nei rispettivi campi di interesse fondamentali contributi allo sviluppo ed alla promozione della nostra disciplina.

Bibliografia

  1. Wallach D, Tilles G. Dermatology in France. Ed. Pierre Fabre Dermo-Cosmétique, Paris, 2002.
  2. Crissey JT, Parish LC, Holubar K. Historical atlas of dermatology and dermatologists. The Parthenon Publishing Group, New York, 2002.
  3. Bellini A. Storia della dermatologia e venereo-sifilologia in Italia. Giorn It Derm Sif 1934; 69: 1089-1205.
  4. Sharma OP. Robert Willan remembered. J Am Acad Dermatol 1983; 9: 971-976.
  5. Hershman MJ, Archer M. The history of dermatology at St. Bartholomew's Hospital. Int J Dermatol 1986; 25: 543-546.
  6. Holubar K. Ferdinand von Hebra 1816-1880: On the occasion of the centenary of his death. Int J Dermatol 1985; 20: 291-295.
  7. Progetto di statuto per la costituzione di una società italiana di dermatologia e sifilografia. Giornale Italiano delle Malattie Veneree e della Pelle 1984; 19: 189.
  8. Binazzi M. Il Centenario della Società Italiana di Dermatologia e Venereologia (1885-1985). Giorn It Derm Ven 1986; 121: 239-242.