Dermatologia / Rassegna stampa

Come si affrontano le piaghe da decubito

Tra le complicazioni più temute per chi è costretto a letto o in carrozzina per tempi lunghi ci sono le piaghe da decubito, che, se trascurate, possono arrivare a intaccare i tessuti sottocutanei, con conseguenze gravi, fino al decesso

Segreteria SIDeMaST, 29 Nov 2015 11:11

Argomenti: piaghe da decubito
Come si affrontano le piaghe da decubito

Tra le complicazioni più temute per chi è costretto a letto o in carrozzina per tempi lunghi ci sono le piaghe da decubito, che, se trascurate, possono arrivare a intaccare i tessuti sottocutanei, con conseguenze gravi, fino al decesso. «Le piaghe da decubito, o ulcere da pressione, sono lesioni cutanee che di solito si verificano in corrispondenza di una sporgenza ossea, nell'area di contatto della pelle con una superficie solida d'appoggio - spiega Nicola Ferrara, presidente della Società italiana di gerontologia e geriatria e direttore della scuola di specializzazione in geriatria dell'Università Federico II di Napoli -. All'inizio riguardano gli strati più esterni, della pelle, cioè epidermide e derma, ma se non si interviene possono raggiungere muscoli, cartilagine e ossa. Le ulcere si formano per una pressione prolungata sulla cute, con conseguente riduzione del flusso sanguigno e dell'ossigenazione locale, che può portare alla morte del tessuto (necrosi). Alla loro formazione può contribuire lo sfregamento sulle aree di appoggio, che rimuove lo strato corneo della pelle, rendendola più vulnerabile»

Cosa sono le ulcere da decubito

Le piaghe da decubito sono lesioni cutanee che si formano in punti del corpo nei quali la pelle viene sfregata a lungo e/o è sottoposta a pressioni prolungate. Possono riguardare sia gli strati superficiali della cute (epidermide e derma) sia, nei casi più gravi, i muscoli e le ossa sottostanti. Si tratta di un problema frequente in chi è costretto a lunghe permanenze a letto o su una sedia a rotelle.

Il processo che porta alla necrosi

Le piaghe da decubito sono legate all'immobilità prolungata. La posizione statica provoca un aumento della pressione sui tessuti, che può, a sua volta, compromettere il flusso sanguigno locale, provocando l'ostruzione dei vasi, la coagulazione e la morte del tessuto (necrosi). Le forze di attrito sulle aree di appoggio (sfregamento, trascinamento e stiramento dell'epidermide che si verificano quando si compiono spostamenti e sollevamenti del paziente allettato) possono anch'esse contribuire allo sviluppo delle lesioni cutanee.

I sintomi e la diagnosi - Stadio 1

La diagnosi delle ulcere da decubito si basa su un'attenta osservazione della cute. In base all'aspetto e alla gravità delle piaghe da decubito si possono distinguere quattro stadi: La pelle è arrossata nel punto di pressione tra il corpo e la superficie solida su cui appoggia.

I sintomi e la diagnosi - Stadio 2

Si forma una vescica e poi una piccola ulcera. L'area circostante appare arrossata.

I sintomi e la diagnosi - Stadio 3

L'ulcera si espande in larghezza e profondità, formando il cosiddetto cratere, con danni ai tessuti sottocutanei.

I sintomi e la diagnosi - Stadio 4

L'ulcera peggiora fino a coinvolgere muscoli e ossa e, a volte, tendini e articolazioni.

Quali sono le aree a rischio - Posizione sul fianco

Le lesioni da decubito si sviluppano soprattutto in corrispondenza di prominenze ossee:

  • 1. Orecchio
  • 2. Processo dell'acromion
  • 3. Gomito
  • 4. Trocantere
  • 5. Condilo medio-laterale
  • 6. Malleolo medio-laterale
  • 7. Talloni

Quali sono le aree a rischio - Posizione prona

  • 1. Gomito
  • 2. Orecchio, guancia, naso
  • 3. Seno (donne)
  • 4. Genitali (uomini)
  • 6. Rotula
  • 7. Dita dei piedi

Quali sono le aree a rischio - Posizione supina

  • 1. Occipite
  • 2. Scapola
  • 3. Sacro
  • 4. Talloni

La prevenzione

La prevenzione è fondamentale per ridurre il rischio di lesioni della pelle, ma anche per non peggiorare quelle ormai formatesi. I principali provvedimenti da mettere in atto nel momento in cui il paziente è costretto a letto o su una carrozzina per lunghi periodi sono:

  • Ispezionare ogni giorno la pelle, valutando eventuali arrossamenti.
  • Garantire un'adeguata igiene della cute, usando detergenti delicati, poco schiumogeni e non profumati, che rispettano il film idrolipidico e il grado d'idratazione dell'epidermide.
  • Dopo il lavaggio asciugare molto bene la pelle, per evitarne la macerazione e prevenire eventuali micosi.
  • Nei casi d'incontinenza proteggere l'epidermide con paste a base di ossido di zinco.
  • Nel letto cambiare posizione almeno ogni due ore, sulla sedia a rotelle ogni 15-20 minuti per alternare le zone sottoposte a compressione e minimizzare il tempo in cui il soggetto giace sull'area già arrossata o lesionata.
  • Utilizzare presidi antidecubito come materassi per ridurre la pressione sulla cute.
  • Favorire una corretta alimentazione e idratazione.

Le cure

  • Se si sospetta che una macchia rossa sia dovuta a decubito, occorre innanzitutto rimuovere la possibile fonte di pressione o di attrito e proteggere la parte dolente (a volte è sufficiente un cuscino antidecubito).
  • In caso di lesioni non gravi (I, II stadio), bisogna innanzitutto mettere in atto alcuni provvedimenti preventivi (si veda la scheda sopra, ndr.) per favorire la guarigione ed evitare peggioramenti (le piaghe da decubito non regrediscono in modo spontaneo).
  • L'ulcera va poi mantenuta pulita seguendo le indicazioni fornite dal medico. Al suo interno in genere si applica un unguento cicatrizzante e poi si copre la ferita con una garza di cotone traspirante.
  • Nel caso di lesioni gravi (III e IV stadio) l'intervento è più complesso e può comprendere l'uso di antidolorifici e antibiotici nei casi di infezione della ferita fino ad arrivare alla chirurgia plastica e ricostruttiva.

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