Dermatologia / Rassegna stampa

Teledermatologia: ecco un possibile futuro per il follow-up dei nevi atipici

Consentire ai pazienti di utilizzare tablet o smartphone per catturare le immagini cutanee sembra essere un metodo fattibile ed efficace per il monitoraggio a breve termine dei nevi atipici, secondo i risultati di uno studio appena pubblicato online su Jama dermatology

Segreteria SIDeMaST, 31 Jan 2015 07:49

Teledermatologia: ecco un possibile futuro per il follow-up dei nevi atipici

Consentire ai pazienti di utilizzare tablet o smartphone per catturare le immagini cutanee sembra essere un metodo fattibile ed efficace per il monitoraggio a breve termine dei nevi atipici, secondo i risultati di uno studio appena pubblicato online su Jama dermatology.

«Nel caso dei nevi atipici un follow-up di durata limitata è previsto dalle linee guida, per un tempo standard che varia da 2,5 a 4,5 mesi» esordisce Xinyuan Wu del Memorial Sloan Kettering cancer center di New York, aggiungendo che circa il 19% dei casi monitorati mostra qualche cambiamento e che dall'11% al 18% delle lesioni trasformatesi nel tempo vengono diagnosticate come maligne. «Per il follow-up dei nevi atipici l'ideale è la teledermoscopia, divenuta negli ultimi anni una delle realtà più fiorenti della teledermatologia.

Le immagini possono essere trasmesse non solo via email, ma anche attraverso i network di telecomunicazione per mezzo di specifiche applicazioni web gestibili dalle ultime generazioni di telefoni cellulari» dice Wu, che assieme ai colleghi ha esaminato fattibilità ed efficacia della teledermoscopia nel monitoraggio a breve termine dei nevi atipici in un gruppo di 29 pazienti seguiti da due dermatologi.

Durante lo studio, le immagini sono state acquisite in ambulatorio da uno specialista e dal paziente con un telefono cellulare all'inizio e al termine del follow-up, tre o quattro mesi dopo. I risultati? Secondo gli autori i dati raccolti dimostrano un'ottima concordanza tra le diagnosi fatte su immagini acquisite in ambulatorio o in remoto con un dispositivo portatile in teledermoscopia. E in un editoriale Monika Janda della Queensland university of technology a Brisbane, Australia, commenta: «Questa realtà amplia il nuovo campo, già in grande crescita, della teledermatologia mobile, che potrebbe diventare in futuro un mezzo per l'auto-esame di lesioni cutanee pigmentate non solo come metodo di screening per tumori cutanei maligni, ma anche per il follow-up mirato di pazienti ad alto rischio».

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