Dermatologia / Rassegna stampa

Salute: nuovi farmaci e approcci per l'artrite psoriasica

Una patologia che colpisce circa 250mila persone in Italia. Con importanti ricadute sulla qualità della vita dei pazienti e sui costi diretti e indiretti per la gestione e la cura

Segreteria SIDeMaST, 04 Dec 2015 07:33

Argomenti: artrite psoriasica
Salute: nuovi farmaci e approcci per l'artrite psoriasica

Una patologia che colpisce circa 250mila persone in Italia. Con importanti ricadute sulla qualità della vita dei pazienti e sui costi diretti e indiretti per la gestione e la cura. E' l'artrite psoriasica, tema al centro di una tavola rotonda promossa da Celgene all'interno del 52/o Congresso nazionale della Società Italiana di Reumatologia che si è tenuto al Palazzo dei Congressi di Rimini (25-28 novembre).

Un appuntamento nel quale si è sottolineata l'importanza di un approccio multidisciplinare a questa patologia e nella quale sono state discusse le nuove prospettive di cura. Protagonisti dell'incontro il presidente Sir, Ignazio Olivieri, responsabile del dipartimento di Reumatologia dell'azienda ospedaliera regionale San Carlo di Potenza; il presidente della Sidemast (società italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle malattie sessualmente trasmesse), Giampiero Girolomoni, direttore di dermatologia e venereologia alla scuola di medicina e chirurgia dell'Università di Verona; e Luca Degli Esposti, amministratore di Clicon srl - Health economics & outcome research di Ravenna. "L'approccio multidisciplinare a questa malattia è fondamentale - ha detto Olivieri - Perché noi oggi non parliamo più di artrite psoriasica ma parliamo di malattia psoriasica. E questa malattia può colpire la cute e le unghie da un lato e l'apparato muscolo scheletrico, le articolazioni, le inserzioni tendinee, le guaine tendinee dall'altro". Dermatologi e reumatologi, quindi, devono collaborare quanto più possibile: "Oggi abbiamo dei farmaci che sono attivi su entrambe le componenti - ha detto il presidente Sir - E la collaborazione comincia già dalla nella fase diagnostica. Se vogliamo fare diagnosi precoce, dobbiamo puntare su questa collaborazione.

Nell'80% dei casi di psoriasi, le manifestazioni cutanee precedono quelle articolari. Per cui il dermatologo si trova in una posizione privilegiata per indirizzare il paziente verso un consulto specialistico con il reumatologo. Una collaborazione che poi diventa fondamentale nella fase terapeutica".

Dall'altro lato, l'importanza di questo sforzo comune è stata sottolineata da Girolomoni: "E' molto importante la diagnosi precoce dell'artrite psoriasica e il dermatologo in questo ha un ruolo rilevante. L'artrite nella stragrande maggioranza dei casi compare a distanza di tempo dalla comparsa della psoriasi.

Quindi il paziente tipico è un paziente giovane che ha la psoriasi e che a distanza di sette, otto o dieci anni, inizia a sviluppare dolori articolari, gonfiori ai tendini e alle articolazioni. Ed è il dermatologo che segue questo paziente a dover cogliere le fasi iniziali della malattia e poi indirizzarlo allo specialista reumatologo". Diagnosi precoce tanto più importante per una patologia, che, come ha sottolineato Degli Esposti, ha costi diretti e indiretti non indifferenti. Anche legati al fatto che - ha spiegato Olivieri "il paziente che ha la malattia psoriasica ha anche un rischio cardiovascolare aumentato. E la frequenza della malattia metabolica - caratterizzata da ipertensione, obesità, diabete - è molto maggiore". Quanto alle cure, il presidente Sir, ha ricordato come dall'inizio del nuovo millennio la terapia "ha fatto passi da gigante": dai primi farmaci biologici anti-Tnf, a Ustekinumab e Secukinumab che bloccano, rispettivamente, l'interleuchina-12 e l'interleuchina-23 e l'interleuchina-17 fino a un altro farmaco, Apremilast, presentato al congresso, che non è un farmaco biologico. Va a bloccare la fosfodiesterasi, un'enzima che sta alla base della catena infiammatoria, e ha il vantaggio di poter essere somministrato per via orale". A margine della tavola rotonda, Gianni De Crescenzo, direttore medico di Celgene Italia ha spiegato come l'azienda, molto impegnata nell'ematologia e nell'oncologia, "adesso si sta aprendo all'immunologia. E questo è il primo nostro farmaco per questo tipo di indicazione. Per noi è un prodotto molto importante perché viene a coprire uno spazio terapeutico che ora non è coperto, quello che c'è dal momento in cui non possono essere utilizzati o falliscono i primi farmaci come i Dmard o i topici al momento in cui bisogna utilizzare farmaci biologici".

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